di Carmen Vesco
Definito generosamente “un refuso” dall’on. Caroppo, europarlamentare pugliese della Lega, è passato ai disonori della cronaca un caso che ha dell’incredibile.
Brindisi perde i fondi del Just Transition Found perché confusa con Taranto.
Da più parti si era levato il lamento dell’assenza di Brindisi tra le aree industriali destinatarie dei fondi per la transizione energetica.
Prima il presidente Marcucci di Confindustria Brindisi, poi Bozzetti col M5S che sottolineavano come, se da un lato Taranto meritasse la giusta attenzione del Green New Deal, dall’altro non si capacitavano del perché Brindisi fosse sfuggita alla lente di ingrandimento della Commissione.
È presto detto. O meglio è a pagina 73: la Commissione europea ha valutato la destinazione di questi fondi a Taranto per la presenza della più grande centrale a carbone d’Italia.
Il grossolano errore geografico lo ha scoperto Caroppo leggendo le carte dopo che che si era gridato all’ingiustizia commessa dall’Ue.
E, invece, nessuna ingiustizia è palesemente un errore.
Lo si evince dal fatto che i criteri e requisiti previsti dalla Commissione per partecipare agli investimenti del Just Transition Found fanno riferimento a quantità di Co2 emessa dal settore industriale, uso fonti fossili, impatto della transizione energetica sull’occupazione del territorio. E che questo “guaio” sia riconosciuto a Taranto per la presenza della “Centrale a carbone più grande d’Italia” che, è noto, è quella Federico II di Brindisi.
Ora è stata presentata una interrogazione alla Commissione Europea per chiedere la correzione in tal senso della proposta da l’onorevole Caroppo (Lega-ID), deputato al Parlamento Europeo, eletto nella circoscrizione Sud.
E su stanno scatenando il resto dei rappresentanti politici della Puglia.
Per buona pace di Confindustria che aveva sollevato lo “scandalo” giorni fa.