Visto che non ci è stato permesso di prendere parte alla consegna della nuova terapia intensiva, abbiamo chiesto all’ufficio stampa dell’Asl di farci avere delel risposte alle nostre domande. Sono arrivaste ins erata e, per completezza di informazione, le pubblichiamo.
DOMANDE PER IL PRIMARIO DEL REPARTO DI RIANIMAZIONE, DOTT. MASSIMO CALO’
- Si parla da settimane di questo nuovo reparto di terapia intensiva e dei 28 posti disponibili. Adesso non se ne avverte la necessità, ma voi disponete del personale necessario per poter fare funzionare questa nuova struttura? Si sa bene che si registra da tempo nel Perrino una carenza di anestesisti…
- E’ immaginabile un trasferimento della terapia intensiva “covid” nella nuova struttura?
RISPOSTA –
La nuova struttura di terapia intensiva è stata programmata in una fase di emergenza per poter affrontare un notevole aumento di pazienti in Rianimazione. Guardavamo a quello che stava accadendo in altre regioni e dovevamo in tempi brevi prepararci all’arrivo in ospedale di un numero crescente di casi da trattare nel nostro reparto. Per fortuna tutto questo non è accaduto. In questo momento gli otto posti disponibili nella Rianimazione del Perrino sono occupati solo in parte. In ogni caso, la squadra di rianimatori e infermieri è pronta. A breve verranno trasferiti qui i pazienti Covid da Rianimazione e Pneumologia.
DOMANDE PER IL DIRETTORE GENERALE DOTT. GIUSEPPE PASQUALONE
- Direttore, quotidianamente ci riferite il numero di tamponi che vengono effettuati, ma non si riesce a capire il numero dei contagi riscontrati. Tra gli operatori sanitari del Perrino si dice che sarebbero decine i medici, gli infermieri e le oss contagiati asintomatici. E’ possibile conoscere il numero totale (dall’inizio dell’epidemia) di contagiati nel Perrino (tra pazienti e personale)?
- Ad oggi continuano a non essere stati individuati i percorsi covid e no-covid (così come certificato anche dal dott. La Spada) e quindi esistono delle promiscuità, soprattutto per l’utilizzo degli ascensori. Come contate di risolvere il problema?
- Alla luce die problemi riscontrati, lei oggi ritiene che sia stata una scelta giusta quella di realizzare nel Perrino l’ospedale covid?
RISPOSTA – La direzione generale ha promosso una capillare attività di sorveglianza sanitaria: la diffusione dei dati dell’indagine epidemiologica sulle province pugliesi è affidata alla Regione.
Per quanto riguarda i percorsi, abbiamo avviato nei giorni scorsi un confronto costante con i primari per rivalutare i migliori percorsi a tutela della sicurezza di cittadini e operatori sanitari.
L’individuazione del Perrino come ospedale Covid è stata dettata da una considerazione fondamentale: è l’unico ospedale nella provincia di Brindisi con reparti di Terapia Intensiva, Malattie infettive e Pneumologia e dotato di tutti gli specialisti in grado di gestire pazienti infetti. Nell’emergenza pandemia era una scelta obbligata. Il Coronavirus, poi, è diffuso ovunque, non solo in ospedale. Il paziente asintomatico potrebbe sempre arrivare anche in un ospedale non Covid. L’importante è individuare per tempo.questi pazienti per gestirli nella struttura più adatta. Percorsi e organizzazione restano la migliore risposta ai bisogni di salute.