SI E’ SPENTO AD OSTUNI IL SENATORE PINO SPECCHIA – IL CORDOGLIO DELLA POLITICA

Si è spento questa mattina il senatore Pino Specchia.

Giuseppe, Pino Specchia (Roma, 30 gennaio 1943) è un stato un politico italiano, senatore dal 1987 al 2006 di Alleanza Nazionale. È stato Questore del Senato dal 21 aprile 1994 all’8 maggio 1996.

Incarichi e uffici ricoperti nella Legislatura:

Gruppo Alleanza Nazionale: Membro dal 30 maggio 2001 al 27 aprile 2006

13ª Commissione permanente (Territorio, ambiente, beni ambientali):
Membro dal 22 giugno 2001 al 27 aprile 2006

Commissione parlamentare di inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse: Membro dall’8 febbraio 2002 al 27 aprile 2006

Commissione contenziosa: Membro dal 5 luglio 2005 al 5 luglio 2005. Presidente dal 6 luglio 2005 al 27 aprile 2006.

Scomparsa sen.Pino Specchia, il messaggio di cordoglio dell’on.Gemmato:”Galantuomo di destra”

“Mi raggiunge la notizia della morte del senatore ostunese Pino Specchia, eletto in maniera plebiscitaria per cinque volte a Palazzo Madama, autentico protagonista della destra pugliese ed italiana del dopoguerra.

La memoria corre indietro ai miei primi passi in politica con il compianto sen. Nino Giangregorio, a quella generazione di politici e galantuomini della destra di governo pugliese che ha segnato la mia formazione e ha generato la mia passione politica.

Ritiratosi a vita privata non ha fatto mai mancare i suoi consigli ed il suo sostegno.
Lo ricordo con affetto ed orgoglio all’inaugurazione della mia prima campagna elettorale alla Camera ad Ostuni.
Un gigante, ciao Pino.
Le mie condoglianze e del partito tutto al nostro Giorgio Specchia ed alla famiglia tutta.”

Lo scrive su Facebook il deputato pugliese di Fratelli d’Italia, Marcello Gemmato.

Ecco le parole del presidente del consiglio comunale di Ostuni avv. Giovanni Zaccaria

“Caro Senatore, con la Tua scomparsa non è in lutto solo la tua famiglia, ma tutta la politica. In verità, non ho mai accettato il Pino Specchia ammalato, e questo mio limite me lo porterò dietro. Mi seguira’ il cruccio di non averti mai fatto visita dopo la malattia. Non ho mai accettato una figura diversa da quell’uomo forte e determinato che sei sempre stato. Noi giovanissimi studenti liceali iscritti al Fronte della Gioventu’, quasi scattavamo sull’attenti quando ci dicevano nella sezione del MSI che è arrivato il senatore. Di te Gianni Mastrangelo, nel suo libro dedicato a Pinuccio Tatarella, ha scritto che con la Tua elezione a parlamentare, la destra si divincolava dalle posizioni nobiliari per diventare più popolare.

D’altronde, Tu sei stato colui che ha lottato per la costruzione e la assegnazione degli alloggi popolari, colui che fino all’ultimo ha combattuto per i diritti delle famiglie cui, per decenni, era stato negato il diritto a regolarizzare la propria posizione di detentori assegnatari di alloggi dell’istituto case popolari. Sei stato forse l’unico politico che, nonostante cinque legislature e venti anni di presenza sugli scranni del senato, ha servito la politica senza servirsene per interessi personali. Molti ti tributeranno, come è giusto, onori e meriti; ricorderanno che, addirittura, sei stato questore di Palazzo Madama, componente dell’ufficio di presidenza, che ti sei impegnato per la tutela dell’ambiente e quant’altro.

Io voglio ricordarti perennemente con la sigaretta tra le dita delle mani piccole a dispetto della mole, ma pulite; sempre in giacca e cravatta, tranne la domenica, quando, in ossequio ad antica abitudine, facevi i giri tra le campagne e le masserie per acquistare e distribuire ai tuoi cari i prodotti della nostra terra, primo fra tutti il pane. Voglio ricordarti nella tua campagna elettorale del 1996 avversario di un altro mostro sacro della destra pugliese e italiana, l’avvocato Clementino Manco. Fu una battaglia a colpi di citazioni latine. In realtà di aneddoti e ricordi i Tuoi amici più grandi di me ne avranno da raccontare, perché, usando un Tuo intercalare, “diciamo così” non è che avessi un carattere semplice. Caro senatore, in vita, nonostante l’affetto e la stima che ci legava, non Ti ho mai dato del Tu, adesso che non sei più tra noi, permettimi di dirti che sono orgoglioso di essere stato uno di quei giovani studenti che scattavano quasi sull’attenti al Tuo arrivo in sezione. Che la terra ti sia lieve”.

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