Osservazioni della CGIL Brindisi sulla velina/comunicato stampa ASL-BR del 13/05/2020.
Questa OS, letta la ‘velina’ in oggetto, tralasciando momentaneamente l’ennesima promessa di acquisto di tecnologia, ritiene doveroso stigmatizzare, ancora una volta, i discorsi a verità garantita di codesta amministrazione che invece dovrebbe dimostrare con azioni e fatti la “grande attenzione al tema della disinfezione degli ambienti sanitari”, ovvero adottare provvedimenti organizzativi idonei al momento storico.
Le dichiarazioni dell’amministratore unico di Sanitaservice intendono certificare l’accuratezza delle procedure di sanificazione, ma, in realtà, nulla dicono in merito alla produzione e pubblicazione delle “buone prassi igieniche”: un simile documento, come le linee guida e i protocolli aziendali, avrebbe proprio il compito di definire e regolamentare la procedura di sanificazione degli ambienti sanitari. L’importanza della produzione e pubblicazione di un tale documento, al di là della trasparenza amministrativa che dimostrerebbero, risiede non tanto nella formalità burocratica, ma soprattutto nella cogenza del documento nell’ambito dell’epidemia da Klebsiella CPE ed ora in quella da SARS-COV-2, come già sottolineato nella precedente nota della CGIL, “Osservazioni sulla “fase due” e la sanificazione negli ambienti sanitari”, e nella sua necessaria integrazione con il DVR. La sua assenza, invece, assumerebbe, in questo preciso contesto storico, il sapore della superficialità e dell’improvvisazione e dell’autoreferenzialità. Nella dichiarazione a mezzo stampa non viene precisato, ad esempio, la frequenza con cui vengono eseguite le procedure di sanificazione: ambienti chiusi quali, ad esempio, i bagni delle stanze dei pazienti COVID-19 (e con questi, di conseguenza, in sostanza l’intero reparto COVID-19) e gli ascensori, meriterebbero almeno quattro procedure quotidiane; così come, sempre a titolo esemplificativo ma non esaustivo, la sanificazione dell’abitacolo di automezzo/ambulanza o degli spogliatoi del personale sanitario andrebbero sanificati ogni qualvolta subentrino nuovi utilizzatori che costituiscono un turno/gruppo di lavoro segregato – specifico insieme di lavoratori che risulti autonomo, distinto e riconoscibile rispetto agli altri – diverso da quello precedente. La sporadicità di tali procedure eseguite per lo più a chiamata e con tempi di attesa variabili può aver inciso sulla diffusione del contagio e l’emersione di alcuni cluster epidemici ospedalieri con conseguente chiusura temporanea dei reparti.
Alla luce della complessità, sopra evidenziata, di un’efficiente ed efficace organizzazione della sanificazione degli ambienti sanitari (soprattutto) ospedalieri, questa OS ritiene assolutamente insufficiente il numero di operatori dedicati a tale compito come dimostrato dal fatto che spesso alcune di queste persone sono state costrette a lavorare, con grandissimo spirito di sacrificio e abnegazione, fino a 24 ore consecutive per garantire un servizio che avrebbe potuto essere meglio gestito ed organizzato. È possibile che il responsabile tecnico e il coordinatore delle procedure di sanificazione non si siano resi conto di un tale sovraccarico di lavoro che evidentemente aumenta, nei dipendenti di Sanitaservice, il rischio di rimanere contagiati ed ammalarsi? Non hanno abbastanza tempo per verificare e correggere queste distorsioni? Codesta amministrazione dovrebbe, a parere della scrivente, aumentare il contingente a tempo pieno di operatori dedicati alla sanificazione!
In ultimo, ma non per ultimo, sebbene il responsabile tecnico della sanificazione sia incarnato dall’amministratore unico di Sanitaservice, lasciare il coordinamento (e, quindi, chiaramente, la verifica) delle procedure di sanificazione di tutta l’ASLBR ad un dipendente che ha scelto di usufruire del distacco sindacale parziale per cui potrebbe dedicarsi ai suoi compiti aziendali istituzionali solo per 18 ore settimanali rimane un’ulteriore debolezza organizzativa che codesta amministrazione dovrebbe correggere incaricando uno o più dipendenti a tempo pieno.