IL POPOLO DEGLI ASOCIALI NEL MONDO 2.0: FACEBOOK, TWITTER E GLI ALTRI, IL NUOVO OPPIO DEL XXI SECOLO?

    C’è una, sempre più sparuta, nicchia di asociali – e proverò a spiegare in che senso intendo, oggi e qui, questo aggettivo -, ai quali senza meno io appartengo, che fatica a comprendere il mondo che ruota intorno alla comunicazione (anche politica) 2.0. Mondo dal quale se ne tiene volentieri alla larga.
Non intendo certo avventurarmi in complessi argomenti dinamici della moderna sociologia – della quale sono totalmente digiuno – ma vorrei solo portare il mio modesto contributo di cittadino del mondo che vive fuori anche se inevitabilmente accanto al mondo 2.0.
    Per me, qui, gli asociali sono coloro che un po’ per scelta e un po’ per pigrizia navigano sì in rete, ma tenendosi a debita distanza dai cosiddetti social.
    È bene però fare una premessa: sia pure rivendicando con forza la mia scelta di non appartenere a questo mondo, quel che dirò, anche se potrebbe apparire partigiano per quella scelta di fondo, credo meriti qualche riflessione non da tifoso di un mondo piuttosto che di un altro ma solo da osservatore che (si spera) essere neutrale.
    Ho il timore cioè che il mondo dei social possa rappresentare (ancora per poco, spero) il nuovo oppio dei popoli.
    Nessuno può seriamente dubitare che il mondo dei social potrebbe aver intrapreso la via del tramonto se solo gli uomini si rendessero conto che, con loro, secondo una certa scuola di pensiero, il controllo delle menti che i fautori del mainstream vogliono, si sarebbe completato.
    Farò un esempio, per rendere l’idea: se persino l’attuale Cancelliere tedesco, la tanto tristemente nota per noi italiani, sig.ra Merkel, ha paura delle fake news – questa è notizia recente, tanto da avere suggerito se non imposto a Face Book un correttivo al diffondersi di notizie false in vista delle prossime elezioni in Germania (si legga l’articolo di Noam Benjamin sul Il Giornale del 17 gennaio scorso) – vuol dire davvero che l’epoca dei social si avvia al suo triste epilogo in funzione social/comunicativa.
    Davvero si può credere che la maggioranza silenziosa che ha promosso e ottenuto la Brexit, che ha consentito l’elezione di Trump contro tutto l’apparato, soprattutto mediatico, Obama/Clintoniano e che ha bocciato una brutta, pasticciata ed incomprensibile riforma costituzionale in Italia – da Calamandrei e Crisafulli a Renzi e Boschi era veramente troppo anche per gli italiani, popolo sì di santi e di navigatori, ma anche di tolleranti per eccellenza – siano dipesi, come si va scrivendo, dalle fake news edite sui social?
    Davvero vogliamo credere che i cittadini del mondo possano scegliere questa o quella idea di futuro solo perché condizionati da una o l’altra notizia messa in giro ad arte da chi vuol trarre un vantaggio di breve respiro confidando nell’altrui pigrizia di informarsi e di ricercare la verità?
    Davvero chi ci governa e ricerca il nostro appoggio una volta ogni tanto – in Italia pare che la democrazia batta un attimo in ritirata visto che le elezioni sono guardate con sospetto da un certo ceto politico – crede che il mondo 2.0 sia così mal assortito da farsi condizionare da boutade e bufale più o meno grossolane?
    Io non ho risposte certe su questi temi se non un’amara considerazione: se davvero i così detti grandi della terra pensano che con l’eventuale dominio su Face Book, Twitter, Instagram o cose similari possono anche controllare le menti dei cittadini, beh francamente vuole davvero dire che sono così lontani dalla vita reale da non meritare alcuna nostra considerazione.
    Checche’ se ne pensi, esiste ancora un mondo libero di pensare, un mondo libero che non orienta i propri convincimenti tra la pubblicazione di qualche foto, magari della torta del giorno, e qualche post raccattato qua e là, un mondo libero di giornalisti che non orienta le proprie news in ragione del proprio tornaconto personale -per esempio, io mi ero detto certo che avrebbe vinto Trump le elezioni americane perché leggevo (anche) l’unico sito di informazione italiana che dava spazio ad altri sondaggi ed opinioni, quelli non omologati, per intenderci, al pensiero dominante, ossia dagospia-, insomma un mondo libero di liberi pensatori.
    La maggioranza silenziosa di coloro che ogni giorno lavorano e pensano (con i propri neuroni) piuttosto che taggare o postare. I like a tutti. Ove si volesse approfondire il tema del mainstream o del come si orienta artificiosamente il pensiero dominante, potrà leggersi il blog, che io trovo estremamente interessante, di Marcello Foa.
di Orazio Vesco
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