Chi si aspettava che a Bari potesse avvenire un miracolo per risolvere i problemi economici ed occupazionali dell’area di brindisi è rimasto profondamente deluso. L’unico elemento positivo a margine dell’incontro svoltosi ieri a Bari è che la Regione Puglia si è finalmente schierata ufficialmente accanto a Brindisi, sostenendo le richieste di investimenti rivolte prevalentemente all’Enel.
Il dato di partenza, però, ha dei connotati drammatici, visto che proprio la società elettrica nei giorni scorsi ha ufficializzato il suo piano industriale da cui non si evincono sforzi particolari rivolti al territorio brindisino per il dopo centrale di Cerano, la cui fine di esercizio – come è noto – attualmente è fissata al 2025 in contemporanea con la conclusione del processo di decarbonizzazione varato anche dal nostro paese.
Gli impegni per questo territorio si limitano al supporto che Enel potrebbe fornire a start-up come ACT Blade, anche se l’esordio di quest’ultima non è stato proprio tra i più brillanti ed ancora oggi non si hanno certezze sull’effettiva partenza d questa produzione di pale eoliche innovative.
Esiste, poi, tutta la partita di Enel Logistics, ma nessuno deve dimenticare che Enel non ha mai svolto questo tipo di attività e quindi si potranno dare le gambe a questo segmento imprenditoriale solo quando sarà individuato un partner affidabile capace di mettere a disposizione fette di mercato e capacità gestionali.
Su tutto il resto – a partire dalla cosa più concreta che è ancora oggi una centrale a turbogas per vivere i decenni della transizione – c’è il silenzio tombale dei vertici Enel a cui anche il presidente Emiliano si è rivolto nel corso dell’incontro, garantendo pieno sostegno della Regione in caso di nascita di impianti per la produzione di dispositivi energetici. La speranza è che non sia un riferimento alla cosiddetta giga factory, visto che l’unica esistente – quella di Catania – è già in crisi per l’assenza di commesse a causa dell’invasione di prodotti cinesi.
Nel frattempo, silenzio assoluto da parte del Governo nazionale, mentre il sindaco di Brindisi correttamente fa presente che Enel o viene a reinvestire, oppure chiuda Cerano e proceda con bonifiche e rinaturalizzazione dei siti.