Elezioni regionali – Questa volta la città di Brindisi non potrà rimanere a guardare…

Un dato è certo: chiunque aspiri a diventare consigliere regionale deve necessariamente fare i conti con l’elettorato del capoluogo che da solo rappresenta il 25% della base dei votanti. Il che significa che proprio la città di Brindisi dovrebbe essere largamente rappresentata nel prossimo consiglio.

Fino ad oggi, invece, proprio il capoluogo è stato utilizzato dai candidati espressi da comuni della provincia come un serbatoio da cui attingere consensi. E la conseguenza è che Brindisi è rimasta estromessa dai gruppi consiliari ed ovviamente dalla Giunta regionale.

Più di qualcuno, senza distinzione di colore politico, da mesi sta suonando la carica per obbligare tutte le liste a proporre candidati brindisini. Ma non deve trattarsi di personaggi senza seguito elettorale e quindi utilizzati solo come riempi-lista. E’ necessario, invece, che si lavori proprio per risultare competitivi.

Una svolta campanilistica? Forse si, ma una volta tanto questo termine non deve essere utilizzato con una visione negativa, ma come un rigurgito di amor proprio e come una voglia di riscatto e quindi anche di contare di più in una fase difficilissima per il capoluogo, alle prese con la perdita di migliaia di posti di lavoro.

E’ evidente, peraltro, che basterà ufficializzare i primi candidati della città per stimolare anche tutti gli altri a proporre brindisini nelle proprie liste. Il problema è che il tempo stringe e non ci sono davvero più le condizioni per attardarsi su scelte che determineranno la composizione del consiglio regionale per i prossimi cinque anni.

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