Sono in centinaia a manifestare fuori dai cancelli della centrale Enel Federico II di Brindisi dalle prime luci dell’alba. Il fermo degli operai delle ditte appaltatrici è partito dalle rimostranze dei lavoratori della azienda Ipi srl, società che fornisce servizi di vigilanza e portierato. Pare che i dipendenti da 8 mesi ricevano solo acconti, in alcuni casi ammontanti a circa il 50% dell’intero stipendio, nonostante l’Enel sia in regola con i pagamenti dell’appalto. Per di più ci sarebbe stato anche un taglio alle ore lavoro. A far perdere la pazienza dei lavoratori la mancata retribuzione di agosto e il mancato accredito dei rimborsi fiscali del 730. Per questo da stamani alle 6, il capannello di operai si è andato facendo sempre più fitto grazie alla solidarietà dei “colleghi” delle altre ditte appaltatrici. Una consuetudine che si sta via via consolidando tra gli operai di tutte le ditte esterne che solidarizzano per dar più voce alle manifestazioni di disagio occupazionale. Sono circa 600. Una manifestazione pacifica, tanto che gli operai interni all’Enel sono stati lasciati normalmente entrare in centrale, ma che vuole essere un campanello d’allarme per i dirigenti della Federico II che in casi simili hanno dato man forte agli operai intervenendo in prima persona con i datori di lavoro. Sono state informate le tre sigle sindacali Cgil, Cisl e Uil i cui rappresentanti a breve si recheranno sul posto. A controllare la pubblica sicurezza è intervenuta la Digos tuttora sul luogo.