Di Cesare: «La presenza di Landini è un atto politico di speranza per Brindisi e per tutto il Paese»
«Non ritirare la scheda è come dire che si va a messa e poi non si entra in chiesa. Vuol dire non voler cambiare nulla. Ma oggi è il tempo del coraggio, è il tempo di scegliere da che parte stare. Lavoro, sicurezza, dignità e cittadinanza: su questi temi chi non vota, lascia decidere gli altri».
Con queste parole il segretario generale della CGIL Maurizio Landini ha aperto l’assemblea sindacale di Brindisi con le lavoratrici e i lavoratori dello stabilimento GE Avio Aero, tappa unica in provincia, a sostegno della campagna referendaria dell’8 e 9 giugno.
Un momento intenso e partecipato, che ha visto grande attenzione e coinvolgimento da parte dei lavoratori. A prendere la parola, dopo i saluti del delegato Gianni Palma, anche il segretario generale della Fiom CGIL Brindisi Ciro Di Gioia. I lavori sono stati coordinati dal segretario generale della CGIL Brindisi Massimo Di Cesare.
«Nello stabilimento GE Avio di Brindisi si sono svolte le assemblee con i lavoratori per sostenere i referendum su lavoro, sicurezza e cittadinanza. Siamo stati lieti di ospitare Maurizio Landini. La sua presenza qui, fortemente voluta, è un segnale che parte da Brindisi per arrivare in tutto il territorio. Un territorio dimenticato dalla politica, martoriato da vertenze come Eni-Versalis ed Enel, dove la precarietà continua a farla da padrona», ha dichiarato Gianni Palma.
«Quella di oggi non è stata una tappa casuale, ma una scelta precisa. Siamo nei giorni finali di uno straordinario impegno divulgativo e organizzativo, tra assemblee, piazze, mobilitazione. Questo appuntamento in un’azienda metalmeccanica simbolo come Avio, è una giornata di lotta per la dignità. Il lavoro deve tornare al centro della vita democratica del Paese. E i diritti non sono un ostacolo, ma la condizione per il benessere di tutti» ha aggiunto Ciro Di Gioia.
«Siamo orgogliosi di questa giornata, perché dentro lo stabilimento GE Avio è emersa la voglia di esserci, di contare, di scegliere. Landini non è venuto solo a portare un messaggio, è venuto a condividere un metodo, un’idea di sindacato che non arretra mai, che si espone, che lotta. La sua presenza ci carica di responsabilità. E ci chiama a fare un passo avanti: come sindacalisti, come lavoratori, come cittadini. Questa campagna referendaria ha già cambiato qualcosa. Dopo il 10 giugno nulla sarà più come prima. Ognuno dovrà scegliere se stare dalla parte della dignità o dalla parte del silenzio» ha sottolineato Massimo Di Cesare.
I cinque quesiti referendari su cui si voterà l’8 e 9 giugno chiedono: l’abolizione dei contratti pirata; la cancellazione delle norme che hanno reso i contratti a termine uno strumento di precarietà strutturale; il ripristino dell’articolo 18 contro i licenziamenti illegittimi; più ispezioni e prevenzione contro gli infortuni; e l’ampliamento dei diritti di cittadinanza per costruire una società più inclusiva.
«Partecipare al referendum è esercitare un diritto e assumersi una responsabilità. Chi oggi è precario, non è libero. Chi lavora in subappalto, non è sicuro. Chi non arriva a fine mese, non ha dignità. Votare significa dire basta a tutto questo. E costruire, insieme, un futuro diverso», ha concluso Maurizio Landini.