Da simbolo di illegalità a presidio di solidarietà. È la nuova vita dell’immobile di via Diana n. 19, a Specchiolla, confiscato alla criminalità organizzata e inaugurato ieri come modulo abitativo per adulti in condizioni di fragilità. Un progetto innovativo e coraggioso, nato da un percorso condiviso tra istituzioni e Terzo Settore, che trasforma un segno del passato in una concreta occasione di riscatto sociale e inclusione.
L’iniziativa rappresenta un esempio virtuoso di come le pubbliche amministrazioni possano agire in modo efficace attraverso gli strumenti di co-programmazione e co-progettazione previsti dal Codice del Terzo Settore. Un tassello importante nel più ampio percorso di innovazione sociale intrapreso dal Comune di Carovigno, sempre più orientato a una governance partecipativa, attenta ai bisogni del territorio e delle sue comunità più fragili.
“L’importanza di questa candidatura – spiega l’assessore alle politiche sociali Luigi Orlandini – è che il bando non era destinato specificamente ai beni confiscati, ma a qualunque immobile di proprietà comunale. La nostra amministrazione ha invece scelto di puntare proprio su questo spazio, simbolicamente e socialmente rilevante, oggetto anche di una recente tesi di laurea presso l’Università LUM.”
Una scelta tutt’altro che casuale, dunque, e fortemente etica. “Non si tratta semplicemente di assegnare un bene – aggiunge Orlandini – ma di una volontà precisa: restituire alla comunità ciò che un tempo le era stato sottratto. L’immobile diventa così un luogo di accoglienza e rigenerazione, grazie anche alla collaborazione con le cooperative sociali che si sono rese disponibili alla gestione. Una scelta strategica e valoriale, che affida il bene a chi è quotidianamente impegnato nel rispondere ai bisogni reali delle persone.”
Durante la cerimonia di inaugurazione, il sindaco di Carovigno Massimo Lanzilotti ha voluto ringraziare tutte le istituzioni e gli enti coinvolti nel progetto: “Un sentito grazie va a tutta l’Amministrazione comunale, agli uffici tecnici e in particolare ai Servizi Sociali, così come alla Questura e alla Prefettura di Brindisi, alla Guardia di Finanza di Ostuni, ai Carabinieri e alla Polizia Municipale di Carovigno. Il loro supporto è stato fondamentale per raggiungere questo importante traguardo.”
Con questa inaugurazione, Carovigno lancia un messaggio forte e chiaro: è possibile trasformare i segni dell’illegalità in spazi di speranza, attraverso la cooperazione, la fiducia nelle reti sociali e l’impegno quotidiano per una comunità più giusta e inclusiva