Di Cesare: «Quel bastimento carico di solidarietà è un grido di
umanità. Non possiamo essere complici»
La CGIL, anche a Brindisi, è pronta a sostenere lo sciopero generale
e prosegue la sua azione di mobilitazione permanente per la pace e
la giustizia internazionale.
Si è svolta questa mattina in piazza Santa Teresa una
manifestazione partecipata e riuscita, con la presenza di cittadine
e cittadini, lavoratrici e lavoratori, giovani, associazioni e realtà
sindacali, unite nel chiedere l’immediata fine del genocidio in corso
nella Striscia di Gaza.
La Camera del Lavoro Territoriale di Brindisi ha ribadito la propria
solidarietà al popolo palestinese e alle volontarie e ai volontari
della Global Sumud Flotilla, che hanno scelto con coraggio di
proseguire la loro missione umanitaria.
«Quel bastimento carico di umanità e di coraggiosa solidarietà va
ben oltre il cibo e i medicinali che trasporta. Per noi rappresenta
l’estremo tentativo di aprire un corridoio umanitario, l’estremo
tentativo di richiamare l’attenzione del governo italiano e
dell’Europa» ha dichiarato Massimo Di Cesare, segretario generale
della CGIL Brindisi.
È un gesto pacifico ma potente, che interpella la coscienza
collettiva. E noi, con senso di responsabilità, non possiamo voltarci
dall’altra parte. Non vogliamo essere complici di un genocidio che
va avanti da mesi. Non possiamo permettere che venga affondata
anche la speranza di pace, che proprio su quel bastimento
rappresenta il bene più prezioso.
Per queste ragioni, la CGIL – a livello nazionale e anche a Brindisi –
ha dichiarato lo stato di mobilitazione permanente. Nelle
fabbriche, nei luoghi di lavoro e nelle Camere del Lavoro comunali,
si sta portando avanti un lavoro democratico di informazione e
confronto per far crescere consapevolezza sui temi della pace e su
quanto sta accadendo.
Questa mobilitazione è anche una risposta politica e sociale a
un’economia di guerra che preoccupa perché alimenta paure,
angosce e può far crescere un clima di odio e di scontro. Scegliere
di finanziare il riarmo e l’economia di guerra significa togliere
risorse alla sanità, alla scuola, alle pensioni, al welfare e al sistema
fiscale, sottraendo diritti e futuro ai lavoratori e ai pensionati.
In questo contesto internazionale e nazionale, mentre il governo si
appresta a presentare il proprio Documento di programmazione
economica e finanziaria, la CGIL conferma la propria disponibilità
allo sciopero generale.
La CGIL parteciperà alla manifestazione nazionale del 25 ottobre a
Roma e alla marcia per la pace Perugia–Assisi del 12 ottobre.
«Non vogliamo essere un popolo di ferro. Vogliamo essere un popolo
di pace» ha aggiunto Massimo Di Cesare.
Per questo la CGIL chiede che si interrompa l’invio di armi e che
vengano sospesi gli accordi commerciali ed economici con il
governo di Israele. Fermiamo l’accanimento disumano contro la
popolazione inerme, indifesa e stremata della Palestina. Il governo
italiano prenda una posizione chiara e univoca nei confronti del
governo di Israele e riconosca lo Stato di Palestina.
