Verso una nuova strategia per l’agricoltura: piccoli produttori, territorio e biodiversità
Il settore agricolo pugliese – e nazionale – è scosso da una serie di crisi che si intrecciano e si aggravano reciprocamente. Tra queste, una delle più recenti e gravi è l’annuncio del super dazio del 107% imposto dagli Stati Uniti sulla pasta italiana. Una misura ingiusta, sproporzionata, che rischia di colpire l’intera filiera cerealicola e con essa i territori rurali dove già si combatte contro l’abbandono e la marginalità.
Questo dazio non colpisce solo l’export: colpisce direttamente i piccoli produttori, i coltivatori di grano duro che in Puglia lottano ogni giorno contro i prezzi sotto i costi di produzione, la crisi idrica e la concorrenza sleale dei prodotti importati e trattati con sostanze nocive vietate in Europa.
A fronte di queste difficoltà, si continuano a proclamare aiuti e sostegni al settore, ma la realtà è che i piccoli produttori sono sempre più soli, stretti tra burocrazia, mercato globale e assenza di politiche efficaci.
Serve un cambio di paradigma, una piattaforma politica e operativa per rilanciare il settore agricolo partendo da chi lo tiene in vita ogni giorno.
Una strategia per il futuro dell’agricoltura per dare centralità ai piccoli produttori che sono la spina dorsale del settore agroalimentare:
– Sostegno vero ai piccoli produttori
Basta promesse generiche. Servono strumenti mirati: accesso agevolato al credito, fondi per l’agricoltura sostenibile, semplificazione burocratica, difesa del reddito agricolo. I piccoli produttori rappresentano il 78% delle aziende agricole italiane: ignorarli significa abbandonare l’agricoltura;
– Difesa della sovranità alimentare e contrasto alla concorrenza sleale
Serve una revisione delle politiche commerciali: stop ai prodotti importati trattati con sostanze vietate, tracciabilità obbligatoria e tutela del made in Italy. Il super dazio USA ci dice una cosa chiara: non possiamo più permetterci di essere dipendenti da equilibri geopolitici instabili. Serve una clausola di salvaguardia per il grano italiano;
– Valorizzazione della territorialità e delle filiere locali
Dare valore alle produzioni locali significa investire su qualità, legame con la terra, filiere corte, eticità del lavoro. Le produzioni pugliesi – grano, olio, ortaggi – vanno promosse, riconosciute, sostenute in modo strutturale;
– Agricoltura biologica, biodiversità e multifunzionalità
Investire nel biologico e nella biodiversità non è solo una scelta ecologica, ma una scelta strategica. L’agricoltura del futuro sarà sostenibile, resiliente, connessa al benessere delle persone e dell’ambiente. Serve una transizione ecologica vera, con incentivi e percorsi di accompagnamento;
– Educazione alimentare, salute e cultura del cibo
Occorre rafforzare il legame tra cittadini e agricoltori, tra chi produce e chi consuma. Educare al cibo sano, alla stagionalità, alla provenienza significa costruire un’economia più giusta e comunità più consapevoli;
- Politica Agricola Comune
È necessario rivisitare e rimodulare la gestione della PAC che continua a redistribuire risorse in modo squilibrato, favorendo le grandi aziende e penalizzando i piccoli produttori, che rappresentano – giova ricordarlo ancora una volta – il 78% dell’agricoltura italiana e assicurano qualità produttiva e un forte legame col territorio. Ed invece proprio la proposta di riforma avanzata dalla Commissione Europea sulla gestione della Politica Agricola Comune 2028 – 2034 rischia di perdere la dimensione originaria, non assicurando la stabilità dei cicli produttivi e gli investimenti colpendo proprio i piccoli produttori.
In concreto, oggi è il momento di assumere una visione chiara e coraggiosa.
Non servono più slogan o bonus una tantum: serve una politica agricola che parta dai territori e dalle persone, dai piccoli produttori, che difenda chi lavora la terra e produca valore sociale, ambientale e occupazionale.
Il futuro passa dalla terra e dalla dignità di chi la coltiva.
Il Presidente ALPAA PUGLIA
Antonio Macchia