D’Aprile – Si è presa finalmente coscienza che “si può e si deve cambiare”.

Di fronte ai gravi problemi in cui versa il paese ed il mondo intero, il consenso che riserva il potere è ben poca cosa rispetto al consenso delle idee. Oggi più che mai ha senso lavorare per l’attuazione di una idea che sposti l’accento dai bisogni ai diritti e che ponga l’uomo al centro dell’azione politica, quella vera, la cui assenza ha portato, purtroppo, il mondo intero allo sfascio.

Dare forma ad una idea che possa colmare la vacuità che ha lasciato senza voce e senza speranza noi stessi, i nostri figli, milioni di italiani ed in particolare oggi miliardi di esseri umani.

Di fronte al continuo sfascio dello stato di diritto, al continuo calpestio della democrazia, ai continui soprusi, alle guerre, ad un mondo di incertezze, sofferenze ed orrori, si può e si deve cambiare.

E questo “mantra” non può che essere veicolato tramite il risveglio dei principi etici e morali, per troppo tempo intorpiditi dall’ipocrisia, dal compromesso, dall’interesse meschino che cancella i princìpi e fa tacere le coscienze.

Coscienze che hanno vissuto il tempo “congelate” dalla solita politica partitica, avvezza da sempre a chiudersi in recinti autoreferenziali, preoccupata solo di assicurarsi quelle reti clientelari necessari alla propria sopravvivenza.

Manifestare, quindi, per dire no a questa pericolosissima china intrapresa, così come riportato recentemente da alcuni organi di stampa, “senza estremismi, senza fondamentalismi, al netto di qualche sparuto atteggiamento criminale verosimilmente “amante di un diciannovismo in salsa maranza (cit. Berlinguer)”, ma con la compostezza di un alto senso democratico, civile, smentendo autorevoli profezie catastrofiche che di violento è stato solo il pensiero di chi se le augurava”. “Nulla di violento ma solo la metafora di un abbraccio, dell’abbraccio della difesa delle istituzioni, della democrazia, dello stato di diritto, della libertà di opinione e per ricordare che, se moltissime espressioni della società civile oggi sono presenti nelle piazze, vuol dire che altri hanno mancato altrove”.

Si può e si deve cambiare, quindi, con unità e responsabilità, con la forza di volontà, per dare speranze ad un presente impossibile e a un futuro oscuro, ancorché a tutte quelle innocenti vittime di un mondo che ha fatto “dell’opportunismo un ideale e della furbizia una filosofia”.

Si può e si deve cambiare, perché il capitalismo, visto come una forma di benessere, ha tradito la sua promessa fondamentale: il maggiore benessere possibile per il maggiore numero di persone possibile. Oggi, invece, produce enormi ricchezze destinate a pochi a spese della larga maggioranza delle persone, con conseguente recrudescenza dell’inflazione che colpisce soprattutto i poveri ed il ceto medio.

L’inimitabile Winston Churchill affermava che la democrazia è “la peggiore forma di governo, escluse tutte le altre”. Però non significa che la democrazia è il male minore. Non è facile instaurarla ed è ancora più difficile farla funzionare.

Tuttavia, assistere inermi all’agonia di questa martoriata democrazia, favorendola, peraltro, con il dilagante astensionismo che viene registrato in ogni tornata elettorale, non fa altro che aprire inevitabilmente la strada a quei poteri distopici che sono origine di società profondamente negative, totalitarie e tecnocratiche, che tanto danno hanno arrecato e continuano ad arrecare all’umanità.

Ecco perché si può e si deve cambiare.

Francesco D’Aprile

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