È finita così… nelle prossime ore vi dirò la mia decisione!
È stato detto che il veto è stato messo da Elly Schlein. Chi lo dice? Francesco Boccia.
Un veto? E su cosa? Sulle leggi regionali che stanno salvando la vita ai bambini pugliesi e che bisognerebbe applicare in tutta Italia? Le leggi sul Genoma, sulla SMA, sulla SLA, sul carcinoma mammario, sulla diagnosi precoce dei timori al colon, sulla lotta alla fondazione San Raffaele della famiglia Angelucci? Non piacciono queste cose a Elly Schlein?
Un veto sul fatto che Antonio Decaro mi chiese di entrare nella Giunta Emiliano per pacificare, e io accettai, così da avviarci alle elezioni in concordia?
Mi si spieghi il veto!
Ah, ecco, ho capito. Il veto perché Michele Emiliano e tutti quelli che oggi hanno deciso da soli (come i cuochi di Kierkegaard) e senza alcun confronto mi avevano emarginato — anche contro leggi importanti, come quella sulle liste d’attesa e la fine dello scandalo delle visite a pagamento — e io decisi di reagire abbandonando il partito che avevo contribuito a fondare? Fu reazione legittima ad atti arbitrari.
Ma no, non è per questo, dirà qualcuno; è perché a Brindisi appoggiasti il sindaco socialista di centrodestra.
Ah, ecco! Ma perché accadde Perché Emiliano e gli uomini che all’epoca eseguivano i suoi voleri (oggi tutti scappati anche da lui) emisero una fatwa: “mai con Amati”. Ma questo loro non lo dicono, nonostante sta tutto in rete.
Voi invece lo ricordate? Sì, fu una fatwa, e lo sa bene il mio amico Roberto Fusco, che — costernato — mi disse di non poter accettare il mio sostegno.
Ma è per tutto questo che la segretaria Schlein avrebbe messo il veto? Un veto su di me per colpe altrui? Già i veti sono sbagliati, figuriamoci per fatto altrui.
No, non ci credo. Né posso crederci. La verità è che si usa la Schlein come capro espiatorio. E la cosa mi risulta.
Nelle prossime ore vi farò sapere la mia scelta.
Nel frattempo vorrei ringraziare chi ha provato a sostenere le mie ragioni in questi giorni, e mi scuso se dimentico qualcuno: Dario Franceschini, Peppe Provenzano, Marco Lacarra, Ubaldo Pagano, Alberto Losacco, Francesco Zaccaria, Ornella Tripaldi, il circolo di Fasano, i firmatari dell’appello alla Schlein (anche quelli minacciati e ricattati per aver firmato), molti componenti storici e giovani del circolo PD di Mesagne, Gianvito Matarrese e parecchi colleghi del Consiglio regionale (non li cito per non metterli nei guai).