Comunicato stampa del Consigliere e Assessore regionale Fabiano Amati
«La Regione Puglia non ha ancora sottoscritto l’accordo con Eni e Versalis perché mancano garanzie chiare e vincolanti per i lavoratori diretti e per tutto l’indotto industriale. Non è una questione formale, ma sostanziale: si tratta di assicurare continuità produttiva, tutela occupazionale e sviluppo reale del territorio. Il piano di trasformazione industriale può essere una grande opportunità per Brindisi e per la Puglia, ma deve camminare insieme alla certezza del lavoro. È necessario prevedere tutele concrete per chi oggi lavora negli impianti e per le imprese dell’indotto che da anni ne sostengono l’attività. Senza questo, nessuna riconversione potrà dirsi giusta. Servono impegni chiari: il mantenimento dei livelli occupazionali per i lavoratori diretti, percorsi di riqualificazione professionale per accompagnare la transizione, e strumenti di garanzia per l’indotto, in modo che le aziende locali continuino a produrre, investire e impiegare manodopera nel territorio. La transizione non può significare abbandono, ma evoluzione condivisa. Abbiamo visto come in altre regioni, penso alla Sicilia, si sia raggiunto un equilibrio migliore tra innovazione produttiva e garanzie sociali, ampliando le clausole dell’accordo originario. È quella la strada da seguire: rivedere l’accordo, inserire garanzie solide e misurabili, e allora la firma pugliese ci sarà, senza esitazioni, a suggellare un connubio tra amministrazione pubblica e imprese. Non siamo contrari al cambiamento industriale, anzi lo vogliamo e lo accompagniamo con determinazione. Ma il cambiamento, per essere credibile, deve essere giusto. E la giustizia, in questo caso, si misura in posti di lavoro, in dignità e in futuro per chi oggi vive di quell’attività. Ringrazio per l’impegno sulla gerenza il Dipartimento Sviluppo economico della Regione e la task force lavoro regionale.»