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Tra mare e terra nasce un progetto per rivitalizzare la costa meridionale adriatica pugliese

Comunità coinvolte per assicurare entro il 2030 una rete ecologicamente connessa ed efficacemente gestita di habitat costieri e marini protetti

Difesa dall’erosione costiera causata dalle mareggiate, maggiore sicurezza contro gli effetti della crisi climatica, recupero delle popolazioni ittiche di interesse commerciale, assorbimento del carbonio, produzione di ossigeno: sono solo alcuni degli effetti, i cosiddetti servizi ecosistemici, gratuitamente garantiti da un paesaggio marino e costiero in buona salute in cui dune sabbiose e fondali di posidonia e coralligeno sono integri e vitali.

Per assicurare alla comunità questi servizi ha preso il via il progetto “Sud Adriatico-ripristino del paesaggio marino e costiero della Puglia meridionale con il kick-off meeting del 28-29 ottobre al Palazzo  Granafei-Nervegna di Brindisi tra i partner:  il WWF Italia e il WWF Mediterraneo (leader di progetto), il Parco Naturale Regionale delle Dune Costiere, il Consorzio di Gestione di Torre Guaceto, il Comune di Lecce con il Parco Naturale Regionale Bosco Paludi di Rauccio, la Riserva Naturale Statale de Le Cesine/Oasi WWF e il Comune di Vernole, la Stazione Zoologica Anton Dohrn, il DISTAV (Dipartimento di Scienze della Terra, dell’Ambiente e della Vita) dell’Università di Genova, e la Regione Puglia/Assessorato all’Ambiente.

Per i prossimi 5 anni i partner saranno impegnati nelrivitalizzare, in un’estensione di circa 52.000 ettari, almeno 1.000 ettari di habitat prioritari marino-costieri, capitalizzando su interventi passati e sulle buone pratiche del territorio per creare una rete di protezione efficace ecologicamente connessa e ricucire gli ‘strappi’ prodotti dal degrado e dagli impatti umani.

Le azioni del progetto prevedono interventi di ripristino e protezione di Posidonia, coralligeno e dune costiere e la gestione sostenibile delle attività a mare. Chiave sarà il forte coinvolgimento della comunità locale che diventerà custode del territorio: tutti gli attori, università e istituzioni locali verranno coinvolti durante l’intera durata del progetto per instaurare una gestione partecipativa del territorio che garantisca benefici socio-economici, anche in termini di adattamento e mitigazione climatica. Si contribuirà così alla Strategia per la Biodiversità e alla Legge sul Ripristino della Natura (Nature Restoration Law) dell’Unione Europea, uno strumento fondamentale entrato in vigore nel 2024 che punta a rivitalizzare almeno il 20% degli ecosistemi marini degradati entro il 2030.  

Tra questi le praterie di fanerogame marine, come Posidonia oceanica, sono tra gli habitat più colpiti: considerata il polmone del Mare Nostrum, la posidonia ha perso negli ultimi 50 anni quasi il 35% della sua estensione. Un ‘alleato’ che in questi ultimi decenni abbiamo trattato molto male: queste piante, infatti, producono fino a 20 litri di ossigeno al giorno per ogni metro quadrato e immagazzinano carbonio 35 volte più velocemente di una foresta tropicale, anche per lunghi periodi, persino secoli o millenni e in maniera estremamente efficiente. La loro presenza, inoltre, garantisce la protezione delle coste riducendo del 20% l’energia delle onde e ospita oltre 50 specie ittiche di interesse commerciale.

Il progetto fa parte del programma internazionale ELSP – Endangered Landscape & Seascape Programme finanziato dalla fondazione Arcadia.

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