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Rapporto Arpal sul mercato del lavoro pugliese. Caliolo (Uil): quante opportunità perse per Brindisi

È stato diffuso in questi giorni il 1° Rapporto ARPAL sul mercato del lavoro pugliese. Dal Rapporto emerge un quadro che per Brindisi suscita più preoccupazione che soddisfazione. Fatta l’analisi a mancare sono le azioni. Una condizione inaccettabile mentre la Puglia intera, e Brindisi in modo particolare, si trova in una fase di profonda Transizione.

Secondo il Rapporto Arpal ogni anno in Puglia si prevedono tra le 40.000 e le 50.000 assunzioni, ad esclusione della richiesta che arriva dal settore pubblico. La domanda è vivace soprattutto per professioni tecniche e qualificate: ingegneri, tecnici informatici, operai specializzati nell’edilizia e nella manifattura, infermieri, addetti alla logistica e ai servizi alle imprese. Tutte figure che trovano piena coerenza con le potenzialità industriali, energetiche e infrastrutturali del Brindisino. Eppure Brindisi non riesce a intercettare in modo strutturato queste numerose opportunità. Come mai? Ci chiediamo se l’Agenzia in capo a Regione Puglia abbia trovato risposta a questa domanda e cosa abbia fatto di concreto a riguardo. Scontato che ad essere in discussione non è certo il grande tributo dei tanti lavoratori dell’Agenzia, a tutti i livelli, che prestano la loro opera con spirito di servizio ed abnegazione.

L’ARPAL avrebbe potuto e dovuto fare di più: non limitarsi a registrare i fabbisogni professionali ma tradurli in politiche attive concrete, costruendo percorsi formativi mirati e sostenendo l’incontro tra domanda e offerta di lavoro. Soprattutto per territori in profonda Transizione come Brindisi.

Brindisi avrebbe urgente bisogno di un’agenzia pubblica capace di guidare la Transizione, di formare tecnici, operatori e professionisti per i settori del futuro: l’energia pulita, la logistica portuale, l’aerospazio, i servizi digitali sono settori tutti da costruire e per i quali saranno richiesti molti professionisti. Invece, ancora una volta, ci ritroviamo grafici e dati, rapporti, analisi che confermano ciò che già sapevamo, senza strumenti per cambiare davvero la rotta.

La UIL di Brindisi ribadisce con forza che serve agire. Servono piani di formazione territoriale, accordi con le imprese, investimenti sulle competenze delle donne e dei giovani, e un lavoro di rete tra enti pubblici e parti sociali.

Brindisi non può continuare ad essere il territorio delle occasioni mancate. Se la Regione e ARPAL vogliono davvero costruire il lavoro del futuro, comincino da qui, mettendo al centro le persone, la formazione e il diritto a un’occupazione stabile e di qualità. E non a parole o con dati e grafici, ma nei fatti a partire dal giorno seguente.

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