Don Marco Belleri, un prete della diocesi di Siena, ha scritto a Mons. Pietro Parolin, Segretario di Stato, questa interessante riflessione, riguardante le vaccinazioni della Lorenzin.
Caro fratello,
sono un prete della diocesi di Siena. Le scrivo in merito al decreto-legge n° 73 del 7 giugno 2017 sulle nuove norme per le vaccinazioni. Scrivo a lei in quanto Segretario di Stato, un ruolo che credo la porti a occuparsi sia delle questioni più concrete nella gestione di uno Stato, sia delle relazioni con gli altri Stati. Conosco il suo impegno contro l’ingiustizia; e qui ci troviamo di fronte a una chiara ingiustizia. Ho sentito della scomunica a mafiosi e corrotti; e qui ci troviamo di fronte a una realtà di corruzione economico-ideologica che rispetto alle mafie ha la pretesa di essere onesta, rispettosa della legge. Le scrivo dopo la visita del Papa ai luoghi di d.Mazzolari e d.Milani; le sue parole sempre forti e profonde richiamano un dramma perenne nella Chiesa: arrivare sempre non solo sette, ma cinquant’anni dopo, parlando poi, senza vergogna, di saggia e necessaria sedimentazione. Cosa c’entra tutto questo con le vaccinazioni? Semplice: ci troviamo di fronte a una profonda quanto plateale corruzione di Stato, venduto alle multinazionali del farmaco, e vorrei capire quali sono i pensieri e le intenzioni delle istituzioni ecclesiastiche.
Le mando un breve scritto che ho preparato, come spunto per una riflessione. Lei può ritenere questa questione di secondaria importanza, ma la lotta contro le ingiustizie, il riferimento a una terza guerra mondiale a pezzi, comprendono anche queste scelte che minacciano la salute dell’umanità, in particolare dell’umanità che verrà, dei giovani e dei bambini, rendendola dipendente da vaccini e farmaci.
Su questi argomenti i cattolici fanno spesso discorsi generici. D’altronde ho potuto più volte appurare come gli organismi scientifici vaticani, e cattolici in genere, stiano bene attenti a non apparire retrogradi, con blande precisazioni ‘bioetiche’ che non toccano la sostanza. Ringraziamo il Signore per la Laudato si’ che almeno apre prospettive importanti. Condanniamo con chiarezza la capacità distruttiva per l’umanità della teoria del gender, ma preoccupiamoci anche di chi indebolisce la natura umana in altri campi. Uno dei tanti scritti di cattolici a favore delle vaccinazioni di massa parlava di difesa di frate corpo; ma chi lo dice che lo stiamo davvero difendendo e non intaccando le difese immunitarie, rendendole dipendenti dai farmaci. Tutti vaccinati per essere poi sempre obbligati a farlo, in un corpo umano che diventa l’ombra di quello creato da Dio. Forse non siamo lontani da quella umanità di cui parlava Bernanos, che sta entrando in un laboratorio meravigliosamente attrezzato provvisto di tutte le risorse della tecnica, da cui può uscire mutilata per sempre.
Possibile che la Chiesa su questo non abbia niente di profetico da dire!? Almeno potrebbe schierarsi a favore del primo medico radiato dall’Ordine per i suoi dubbi sulle vaccinazioni di massa. Questo medico ricorda, come dice la Chiesa, che l’uomo è corpo, anima (psiche) e spirito, che la guarigione si raggiunge solo su tutt’e tre i livelli e insiste molto sull’aspetto spirituale, sulla pace che deriva dalla fede in Gesù, Dio della pace, e dall’aiuto dei sacramenti.
Spero in una sua serena riflessione sull’argomento, per il bene della Chiesa e dell’umanità.
Un fraterno saluto
d. Marco Belleri