COMPITI PER LE VACANZE: SONO REALMENTE UTILI?

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Le vacanze volgono alla fine e si ripresenta il solito “problema” dei compiti da svolgere durante i mesi estivi. Come sempre, la maggior parte dei ragazzi, li fa negli ultimi giorni, coinvolgendo, spesso, i genitori. Altri, li “copiano” da amici generosi. Altri, i più coraggiosi, decidono di affrontare l’ira dei docenti. Guardiamo in faccia la realtà! Che utilità può avere il caricare di compiti gli alunni? Il dibattito sulla questione è ampio. Ci sono i docenti che evidenziano la “pericolosità” di interrompere tutte le attività per tre mesi, rendendo vani, così, tutti gli obiettivi raggiunti durante l’anno scolastico. Se i ragazzi svolgessero i compiti assegnati, nei tre mesi, forse, potrebbe anche essere una decisione valida. Ma, non è così, quindi bando alle ipocrisie! La realtà è ben diversa. Addirittura, ci sono bambini frequentanti le scuole elementari, con tre libri da studiare. Siamo ormai al 20 agosto e ancora non si inizia. Riguardo la motivazione, poi, spetta ai docenti accogliere i ragazzi, a settembre, e fare in modo di coinvolgerli, escogitando metodologie alternative. La didattica è cambiata da tanto, non c’è più il docente dietro la cattedra che, con atteggiamento austero e distante, apre il libro e “propina” nozioni. Riuscire a coinvolgere gli alunni, è un’altra cosa. Prima di tutto, bisogna superare con loro l’ansia da ripresa. L’unica cosa saggia da fare, a giugno, potrebbe essere quella di motivare i ragazzi a leggere, magari lasciandoli liberi di scegliere cosa leggere . La lettura è cultura, coinvolgimento, apertura mentale. A settembre, si potrebbe iniziare proprio commentando le letture estive. Sicuramente, tutto questo risulterebbe molto più valido e produttivo, di pagine e pagine di esercizi da svolgere. Ma, bisogna dirlo, di docenti preparati, motivati e appassionati, ce ne sono tantissimi. Non assegnano compiti per le vacanze estive, per il periodo natalizio e pasquale e, nonostante questa decisione, hanno alunni preparati, attenti e coinvolti. Educare è sempre meglio che imporre. Educare alla lettura, ad aprire gli occhi al mondo che ci circonda. Il compito dei docenti, oggi, non è facile. Insegnare non è soltanto un lavoro, ma una vera e propria missione, quella di aiutare la crescita intellettuale dei cittadini di domani. E, soprattutto, bisogna evitare di stressare, indirettamente, i genitori. Anna Consales

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