Ieri, gli Agenti del Commissariato di Ostuni, all’esito di un’articolata e complessa attività investigativa, hanno tratto in arresto a Ostuni, su Ordinanza applicativa della custodia cautelare in carcere, un soggetto del posto con l’accusa di maltrattamenti in famiglia aggravati ai danni della moglie e dei figli.
L’uomo era già in regime di arresti domiciliari per tentata estorsione, usura, lesioni personali e altro. Il provvedimento limitativo della libertà personale a suo carico dell’uomo è la conseguenza dell’attività investigativa svolta dal Commissariato della Città Bianca che a riscontrato la la concretezza della denuncia della vittima. L’uomo maltrattava abitualmente la convivente e i figli, generando in loro un continuo stato di ansia e timore psicologico e costringendoli ad un regime di vita mortificante e insostenibile.
Da oltre trent’anni, insultava e picchiava la moglie rivolgendole offese del tipo “puttana, sporca” e, imponendole il suo carattere prevaricatore da vero “marito/padre-padrone”, più volte la cacciava di casa, sputandole anche in faccia.
Stesso comportamento l’uomo riservava nei confronti dei figli allorquando osavano intervenire in aiuto della madre. La colpiva alla testa con un cucchiaio di legno altre con un pugno in pieno viso; quando la figlia in stato di gravidanza cercò d’intervenire prese dal padre un violento calcio al ventre, ordinandole per di più di non fiatare. La paura di subire ulteriori violenze e patimenti ha impedito alle vittime per tanto tempo incapaci di chiedere aiuto.
Ma, all’ennesimo episodio di sopruso e violenza avvenuto per futili motivi all’inizio di questo mese, la moglie ha trovato il coraggio di agire, denunciando tutto al Commissariato di Ostuni.
Immediatamente, personale qualificato dell’Ufficio Denunce del Commissariato, ha eseguiito tutta una serie di riscontri e verifiche che hanno consentito di riscontrare punto per punto il racconto reso dalla vittima in lacrime dinanzi ai poliziotti nonché di assicurarla in un luogo sicuro e protetto.
Le evidenze probatorie, sono state tempestivamente comunicate all’Autorità giudiziaria che, in totale accordo con gli investigatori e ravvisata la gravità e pericolosità della vicenda, ha disposto che l’uomo venisse associato presso la Casa circondariale di Brindisi sulla base dell’Ordinanza con cui il Magistrato di Sorveglianza di Lecce sostituiva i domiciliari con la custodia carceraria.
La vicenda descritta consente di porre l’accento sull’importanza dell’atto di denuncia in generale ed, in particolar modo, in questo genere di situazioni in cui, anche una decisione ritardata di rivolgersi alla Polizia di Stato può essere fatale e rappresentare un punto di non ritorno per le vittime di soprusi e maltrattamenti di ogni genere.
La Polizia di Stato, pertanto, costantemente in prima linea nell’azione di prevenzione e di repressione dei reati rientranti nella c.d. violenza di genere, invita la collettività tutta a rivolgere alle Istituzioni competenti le dovute ed importanti segnalazioni, al fine di non dare un ulteriore possibilità di violenza ai propri aguzzini e onde bloccarli con fermezza e decisione.