Se n’è andato questa notte (tra mercoledì 22 e giovedì 23 novembre) all’età di 76 anni: era ricoverato da alcune settimane all’ospedale Perrino di Brindisi, ci andava e veniva ormai da quando nel 2015 lo aveva colpito un ictus.
Nel mondo del calcio biancoazzurro lui era “Il tifoso”, seguiva la sua squadra del cuore con trepidazione da sempre, soprattutto da quando la sua compagna di una vita non c’era più. Così nel 2000, nell’era Salucci, fondò il suo club, I fedelissimi del rione Casale, e lo si poteva trovare lì ogni giorno. Almeno fino a che la salute non gli ha giocato i primi brutti scherzi. Problemi al cuore, un cuore biancoazzurro, impossibile non ricordare la sua frase, la ripeteva in ogni occasione, interviste, trasmissioni, al club tra gli amici: “se devo andarmene, voglio andarmene durante una partita del mio Brindisi al Fanuzzi”, perché lui non mancava mai, in casa e in trasferta. Era pronto a tutto per il suo Brindisi, anche allo sciopero della fame che fece per ben due volte a distanza di anni, perché le sue istanze per non far morire le società biancoazzurre venissero ascoltate dai soci e dalle istituzioni.
Poi l’ictus e non gli fu più possibile era sempre presente, ma era sempre un battagliero, e volle comunque fondare, insieme a Rodolfo Gatti, l’associazione Pro Brindisi, di cui è stato presidente sino a oggi, nata per sostenere le sorti della sua amata squadra.
Se ne va un pezzo del tifo biancoazzurro, e se ne va un uomo rispettoso e perbene.
C. Ves.