“A distanza di un anno dall’avvenuto cambio di gestione riguardante l’Assistenza Domiciliare Integrata (ADI), ci troviamo di fronte a comportamenti aziendali che lasciarci perplessi è dir poco rispetto alle aspettative del progetto iniziale da parte dell’ASL ,delle operatrici ed operatori , delle OO.SS. coinvolte” scrivono i Cobas di Brindisi in una nota firmata da Damiano Rizzo che prosegue.
Come Cobas vorremmo ricordare che l’ADI è un progetto pilota, di grande spessore ed umanizzazione, il primo in Puglia che vede coinvolti quegli ammalati di lunga degenza con patologie gravi che invece di avere un lungo periodo di ospedalizzazione ricevono le cure del caso nelle proprie abitazioni da personale professionale e specializzato.
Alla responsabilità e alla abnegazione degli operatrici/ori non trova altre e tanto comportamento da parte della RTI, aziende riunite nella gestione dell’appalto, con capofila la Coop San Bernardo, in quanto c’è una totale mancanza di relazioni sindacali.
Siamo in attesa di un confronto relativo al consuntivo di un anno di attività ma, in mancanza di ciò le società nel nome di un presunto controllo di qualità rasentano comportamenti che possono avere ricadute di carattere penale e antisindacale con violazione della legge 196/2003 (privacy) per le famiglie degli ammalati e dell’ammalato stesso e, della legge 300/70 (statuto dei lavoratori).
Secondo noi i controlli effettuati nelle famiglie duranti gli interventi operatori hanno ben poco a che vedere con la qualità; vorremmo ricordare alla RTI che il primo riconoscimento di qualità del servizio viene dato dalle famiglie e dai degenti interessati.
Confidiamo nell’intervento dell’ASL nella persona del Direttore Generale G. Pasqualone che metta fine a questo tipo di comportamento e svolga con più efficacia attività di controllo rispetto all’operato delle RTI affinché i soldi dei contribuenti vengano utilizzati per gli usi deliberati.
Come Cobas attendiamo una convocazione urgente da parte delle aziende interessate per dirimere le questioni altrimenti ci vediamo costretti ad assumere iniziative nei confronti degli enti preposti e azioni sindacali nei confronti della RTI”.