Diciamo la verità: gli accadimenti degli ultimi anni sono serviti a stabilire con matematica certezza che il Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano non vuole bene a Brindisi. Potremmo fare mille esempi, ma ci limitiamo a tre grandi questioni: la esplicita volontà di trasferire il terminale della TAP dal basso Salento alla zona industriale di Brindisi. Poi il sin troppo chiaro sostegno ad A2A per far realizzare un impianto per il trattamento di rifiuti nella vecchia centrale elettrica Brindisi Nord (nonostante il DPP del Comune di Brindisi preveda tutt’altro sul riutilizzo di quell’area). Ed infine la vicenda-aeroporto, con il tentativo di demolire il nostro scalo attraverso l’apertura al traffico passeggeri dell’aeroporto di Grottaglie. Lo ripetiamo, la lista sarebbe molto più lunga, ma bastano questi esempi a fotografare la situazione.
Oggi, però, Emiliano ha la possibilità di riscattarsi, almeno in parte. La Cittadella della Ricerca di Brindisi può candidarsi per ospitare il progetto internazionale dell’Enea di fusione nucleare “Divertor Tokamak Test”. Un affare da oltre 500 milioni di euro di investimenti e con oltre 1.800 posti di lavoro. Una occasione storica per il nostro territorio, anche per la possibilità di sviluppare un indotto di settore che trasformerebbe Brindisi nel più importante centro di ricerca a livello nazionale.
Il sito di Brindisi, però, dovrà essere candidato dalla Regione Puglia (che dovrà assicurare una compartecipazione nell’investimento) e quindi occorre una esplicita volontà del Presidente Emiliano. Nel frattempo, le istituzioni locali (Comune, Provincia e Regione), grazie ad un ruolo di propulsore svolto dal senatore Salvatore Tomaselli, hanno iniziato a lavorare con il Centro ricerche Enea di Brindisi, con il Ditne (Distretto tecnologico nazionale dell’energia) e con l’Università.
“La candidatura, di fatto – afferma il senatore Tomaselli – è già costruita e bisogna dare atto alla Provincia, alla gestione commissariale del Comune e al direttore del dipartimento sviluppo economico della Regione Laforgia di aver creduto sin dal primo momento in questa opportunità. Adesso bisogna stringere i tempi, tanto più perché la scadenza del bando è a gennaio e la concorrenza di altgri centri ricerca è ben agguerrita”.
Adesso, pertanto, la parola spetta a Emiliano. Non ci sono più alibi, neanche per lui.