Ecco la nota di Assoporti:
L’Associazione dei Porti Italiani interviene a seguito degli articoli apparsi su alcune testate, relativi alla rimodulazione delle somme destinate ad opere infrastrutturali nei porti. Infatti, sulla Gazzetta Ufficiale del 19 febbraio scorso, è stato pubblicato un decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti del 19 novembre 2107, che rimodula le somme a suo tempo stanziate per le opere nei porti. Si tratta, in sostanza, dei fondi destinati ai porti rispettivamente con le leggi n.413 del 1998 e n.166 del 2002. La ricognizione riguarda le effettive necessità evidenziate direttamente da alcune delle soppresse Autorità Portuali, per garantire che il fondo complessivo sia speso integralmente per la realizzazione delle opere.
“Le rimodulazioni indicate sono il risultato delle riprogrammazioni dei singoli porti fatte fino al 2016, sulla scorta di un aggiornamento delle effettive necessità, al netto di quelle già utilizzate,“ ha affermato il Presidente di Assoporti Zeno D’Agostino. “Si tratta di una semplice rimodulazione, concordata con il Ministero, che permette di utilizzare finanziamenti che altrimenti si perderebbero. Non ci sono state, quindi, cancellazioni di interventi programmati, ma la possibilità di riutilizzo delle risorse, “ ha concluso D’Agostino.
Risponde Brindisitime – La nota di Assoporti conferma in toto quanto scritto dalla nostra testata. I fondi disponibili con le leggi 413 del 1998 e 166 del 2002 sono stati rimodulati, proprio a seguito della soppressione di alcune Autorità Portuali, tra cui Brindisi. Assoporti precisa che non sono stati cancellati degli interventi, ma che si è proceduto solo ad una rimodulazione. La realtà è che Brindisi ha 18 milioni in meno rispetto a quanto stabilito con le leggi citate e che non è stata resa nota alcuna rimodulazione, ma soprattutto che non si ha alcuna certezza che tali fondi verranno riassegnati a Brindisi per altri interventi. La realtà è questa. Il resto sono parole.