Palpeggiamenti, baci sulla bocca e rapporti orali andati avanti per più di un anno e ottenuti mediante soggezione psicologica del minore dovuta alla differenza di età. “Povero te che ti fai trattare così” “I tuoi genitori ti hanno rovinato, ti chiamano tutti sfigato” “Io ho avuto rapporti con ragazzi più piccoli” così cercava di convincerlo a soggiacere alle sue voglie. Gli incontri, seppur contro la volontà del minore, avvenivano dal 2015 a casa dell’uomo o al boschetto vicino al Circolo Tennis di Ostuni.
Ma grazie alla sorella e ai genitori, la brutta storia di un 14enne finisce prima nelle mani degli uomini della Polizia di Ostuni che raccolgono le prove, e poi in Tribunale a Brindisi. Provvedimento restrittivo emesso dal Gip per l’ostunese di 20 anni che intratteneva rapporti sessuali con un ragazzino umiliandolo e cercando di convincerlo della sua omosessualità. Ora per R.C. è scattato il divieto assoluto di avvicinamento ai luoghi frequentati abitualmente dalla persona offesa e dalla sua famiglia, in particolare l’abitazione. Ma non finisce qui perché l’indagato rischia l’applicazione di una pena da 6 a 12 anni di reclusione. In più è stato scoperto che aveva adescato in passato anche altri 5 minorenni su Facebook.
E’ stata la madre del minore di Ostuni a presentarsi alla Polizia alla fine del mese di Febbraio scorso raccontando che il figlio minorenne, insieme alla sorella era diventato amico dell’indagato che presto aveva avanzato su di lui pretese sessuali. La “relazione” sarebbe cominciata nel mese di gennaio 2015 quando, il maggiorenne, approfittando dello stato di soggezione del quattordicenne, dovuto alla differenza di età, lo aveva indotto a subire atti sessuali. Un giorno, la sorella in lacrime ha confidato alla madre che il 20enne voleva restare da solo col fratello per fare sesso.
A questo punto i genitori della vittima hanno deciso di allontanare dal figlio l’adulto ma, in tutta risposta, l’indagato li ha minacciati di far loro “passare guai seri” se gli avessero impedito di vedere il figlio. Nonostante il divieto dei genitori gli incontri e le comunicazioni fra i due sono proseguiti fino a che il minorenne ha mostrato sofferenza per le pressioni subite e paura a sottrarsi agli appuntamenti col suo aguzzino, tanto da confidare alla sorella “di voler farla finita”.
Gli investigatori, insieme a una psicologa, hanno appurato che l’indagato riusciva a far sentire ingiustamente in colpa il minore nel momento in cui si rifiutava “di fare delle determinate cose” e “lo puniva, denigrandolo e deridendolo facendolo sentire inutile e privo di maturità” e lo paragonava a “altri ragazzi, sia più grandi che più piccoli ( 8, 12, 13, 14 anni) che lo avevano soddisfatto sotto tutti gli aspetti”. Solo per questo motivo il minorenne ha continuato a accettare di avere incontri a sfondo sessuale con il 20enne senza però “nutrire alcun interesse né curiosità”
In più occasioni lo baciava in maniera completa, gli palpeggiava ripetutamente e morbosamente le natiche e le parti intime, strofinando la sua mano con insistenza sulle stesse, masturbandolo e praticandogli sesso orale, gli ordinava di inviargli foto che lo ritraevano totalmente nudo, altre nelle quali indossava solo gli slip.
E’ stato sottoposto a sequestro penale il telefono cellulare ed il computer dell’adulto nel corso dell’attività di perquisizione domiciliare eseguita a carico dello stesso. All’interno è stato riscontrata la presenza di foto integranti il reato di detenzione di materiale pornografico. Inoltre le investigazioni condotte dai poliziotti ostunesi hanno consentito di identificare 5 altri minori di età compresa tra i 12 e i 14 anni, tutti di Ostuni, a loro volta vittime dell’odierno indagato, tutti adescati su Facebook e altri social networks, sempre con lo “stesso modus operandi” descritto, colpevolizzandoli per un’immaturità inesistente, allorquando si rifiutavano di “acconsentire alla sue voglie”.
R.C. ora dovrà restare a 500 metri dal minorenne adescato e dai familiari, con divieto totale di comunicazione, che sia in forma scritta, telefonicamente o via internet. La minima violazione del tenore della misura applicata, ne determinerà l’immediato aggravamento. E
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