Io preliminarmente sento il dovere di congratularmi con il Sig Sindaco, così come mi devo congratulare con tutti gli eletti sia della maggioranza, sia della minoranza, per il risultato conseguito nelle elezioni.
Ora però che è stata finalmente superata la comune ossessione delle elezioni, che ha elevato di molto i toni della polemica e della conflittualità e che ha fatto in più circostanze degradare i discorsi e i ragionamenti al rango di parole d’ordine di propaganda elettorale, sento la necessità di trasmettere alcune mie riflessioni sulle prospettive di governo della città, perchè credo che per il sindaco, nonostante la consistente maggioranza in consiglio, non ci siano le condizioni per essere tranquillo, per potersi rilassare, che lo costringerrano ad essere sempre vigile.
Credo che al Sindaco, ritenuto attento osservatore della società brindisina , delle sue dinamiche, dei suoi pregi, dei suoi difetti, non sarà certamente sfuggito che negli ultimi anni, forse anche per effetto dei mutamenti culturali e politici intervenuti e del diverso meccanismo elettorale, al profilarsi di una qualsiasi congiuntura politica si verificano puntualmente vertigini mentali a tanti politici, imprenditori ed intellettuali brindisini, che hanno provocato e provocano continuamente frettolosi riallineamenti o sarebbe meglio dire passaggi da una parte all’altra degli opposti schieramenti.
Molteplici sono le cause che le metteno in movimento e le condizioni che le favoriscono: la fine delle ideologie, la perdita delle identità culturali, la mancanza di valori, il personalismo, l’opportunismo o quant’altro che non riesco a percepire pienamente.
Questa infermità, che potremmo definire di solidale soccorso al vincitore o presunto tale, trova un’aggravante nella convinzione diffusa che la propria realizzazione, il successo personale, tanto inseguito, non sarebbe raggiungibile se non sincronizzandosi con le ragioni del potere e questo affina le qualità eterodirette di molta parte di loro.
Naturalmente come in ogni professione anche in questa città ci sono i virtuosi, che ad ogni svolta, ad ogni crisi sanno precedere gli altri di quel tanto per crearsi quel merito presso i poteri costituiti, per giustificare il voltafaccia opportunistico con argomenti di avanguardismo.
Bisogna ammettere che il loro intuito ha la sensibilità di un radar.
Forse mi sbaglierò, ma a me sembra che il sindaco stesso, contrariamente alle sue dichiarazioni iniziali, con le quali pensava, evidentemente in modo leggero, al rinnovamento della politica e degli uomini per andare Oltre, forse pressato dalla contingenza o meglio da esigenze di mero calcolo elettorale, non ha contrastato questo fenomeno e forse forse lo ha anche gradito ed agevolato, comunque non ha ostacolato il loro riallineamento che, con il quel consenso, gli hanno permesso di superare la prova elettorale. Tornando indietro alla vecchia politica. E Ora?
Se il sindaco avesse mai avuto la presunzione di credere di averli tutti convertiti con la sua politica, di averli affascinati con la sua idea di città, beh io penso che debba riflettere sulle reali ragioni della loro adesione, altrimenti il futuro potrebbe riservargli cocenti delusioni.
Credo che su questo versante, non si possano incontrare credenti, ma solo praticanti occasionali.
C’è da fidarsi? C’è da avere timore? Queste sono preoccupazioni che gli appartengono e con le quali dovrà cimentarsi e fare i conti nei prossimi giorni, nei prossimi mesi o, considerati i precedenti, finchè dura,
Forse è rimasto lontano dalla politica attiva della città, o forse ha sottovalutato le dinamiche politiche (?) che la caratterizzano. ma credo debba riflettere sul fatto che nella sua maggioranza ci sono cavalli di razza, che sono difficili da domare, che non accettano volentieri le briglie, che non hanno nessuna voglia e non sopportano di essere trattati come i parenti poveri ai quali è solo consentito l’ingresso nell’ala riservata ai servizi, in disparte e non nel salotto buono e che potrebbero, nell’eventualità che accadesse, assicuragli una navigazione difficile.
I cittadini possono comunque essere tranquilli. Un governo in città si trova sempre, garantito da quei politici ondivaghi che, con disinvoltura, passano da un rito politico all’altro senza crisi di coscienza, finalizzato esclusivamente alla gestione corta del potere e non certamente, come dimostrano le diverse esperienze del passato, a superare le tante emergenze della città e soddisfare i bisogni dei cittadini.
Per questo Ora, al riparo della propaganda, tutto appare come allora. Forse peggio.
Auguri.
Vincenzo Albano