ALBANO: L’ILLUSIONE DEL RECUPERO DI UN SENSO DI COMUNITÀ

“Il compito del comune deve essere quello di far sentire i cittadini partecipi delle scelte che li coinvolgono. Per consentire l’epressione della valorizzazione del loro potenziale di partecipazione politica e democratica. Nella visione di recupero di un senso di comunità.”

“ la priorità sia rappresentata da un nuovo modello di partecipazione dei cittadini ai processi di decisione politica, che si ponga l’obiettivo di colmare l’abisso che attualmente separa gli abitanti delle città dalle istituzioni che li governano.”

            Questo il modello di comunità  disegnato  nel  programma  della coalizione e del sindaco presentato in Campagna Elettorale,  che non sembra

aver trovato finora   corrispondenza nell’azione di governo della città, nonostante l’impegno assunto nei confronti dei cittadini che lo hanno votato.

            E’ sufficiente fare riferimento alla vicenda della realizzazione  del deposito di gas naturale a costa Morena da parte di Edison,  decisa nella clausura della sala giunta, lasciando i cittadini fuori dalla porta, come quella relativa  prima alla chiusura, seguita dopo pochi giorni dalla riapertura  al traffico dei corsi, con lo stesso ritmo utilizzato per la chiusura e riapertura pomeridiana del cimitero.

            Un modo di procedere  che non  ha incontrato il favore di molta parte della popolazione, che si è sentita completamente emarginata  nelle  decisioni che impattavano sulla qualità della propria vità, sui propri sentimenti, sui propri ricordi.

            Alla fine alcuni cittadini residenti nel centro storico  spossati dalle emissioni sonore,  che con ordinanza  sindacale n. 31 del 6 luglio 2023  erano state autorizzate  all’aperto tutti i giorni dalle ore 20 all’una di notte, fino all’undici settembre,  non trovando all’interno dell’amministrazione  interlocutori disponibili ad  ascoltare le loro ragioni,  si sono rivolti al TAR  di Lecce,  che ne ha sospeso l’efficacia nella considerazione che la deroga ai limiti  delle emissioni sonore possono essere  disposte solo per attività sporadiche ed occasionali.

            Immediatamente il sindaco, la giunta, invece di incontrare e ascoltare i cittadini  per trovare insieme le sinergie giuste per  una soluzione condivisa del problema, diversamente dall’ apatia e   immobilismo che ha contrassegnato il proseguio del  contenzioso giudiziario con Edison, in tutta fretta hanno  deciso di agire, di  impugnare  il decreto del TAR di  Lecce.

            Una vicenda che mi ha trasportato nel passato, a quelle lontane  logiche in cui si pensava che il voto potesse abilitare a tutto, anche ad essere il depositario della interpretazione autentica delle esigenze di una  città, che  non è fatta,  come si pensa,  solo di strade, piazze, giardini, ma è fatta di idee, di speranze, di saperi  che devono essere compresi e valorizzati, non rimanendo certamente  al caldo  in tribuna, osservando da lontano, ma scendendo in campo, non certamente nelle aule dei tribunali.

            Una realtà lontana in cui se qualcuno commeteva l’imprudenza di non condividere la decisione di  un sindaco su problemi della città ,  dal palazzo  invece di valorizzare la richezza del confronto, si reagiva in male modo,  in un “come ti permetti”, “rimani al tuo posto”,

            Credo che sarebbe opportuno che  il sindaco e i componenti della   squadra politica di riferimento, al mattino recandosi a piedi in comune,  ma anche  settimanalmente nei vari quartieri, imprimessero nella loro mente  l’anima  della  città, la sua immagine.

            Per respirarne  i disagi, le sofferenze, per avere cognizione dei problemi  che vivono quotidianamente i cittadini, l’industria, le imprese, i commercianti, gli artigiani, i professionisti, i loro sogni, le loro aspirazioni, per evitare di emettere  decisioni di cui non si riesce ad interpretarne il senso.

            Certamente non si può dire che il nostro Sindaco, i membri della sua giunta   non studino i problemi, solo che poi, per comprenderne effettivamente la portata, per affrontarli, per trovare le soluzioni giuste, bisogna calarsi nella realtà, nel vissuto, altrimenti la conoscenza, come accade, rimane solo saccenza. Che non serve a niente e nessuno. 

            In questa città,  per costruire la strada per un futuro appagante, bisogna evitare di continuare a gettare  benzina sul fuoco, di trasferire le decisioni e i rapporti con i  cittadini, nelle aule dei tribunali, come si sta facendo. Ci vogliono azioni distensive e non reazioni piccate.

Nondimeno indipendentemente dall’esito della vicenda processuale a favore del sindaco o dei cittadini, in entrambi i casi perde la città, che ha smarrito il valore della partecipazione, del confronto,  il senso di comunità,   di cui non riesce o non si vuole  assaporarne  il calore.

Se questa  è la strada per  il futuro!

Vincenzo Albano

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