Albano: piazza del Salento e il Bastione dimenticati

Comprendo bene  che possa risultare banale ripetere la stessa cosa, la stessa inefficienza e disinteresse del sindaco, dei componenti della sua giunta, che non  sentono il dovere, se non l’obbigo, di intervenire per risolvere i problemi della città.

            E quando un fatto  viene accreditato come banale  vuol dire  che quella realtà, quella  situazione di sofferenza, viene accreditata come naturale, immodificabile, con la quale  si deve  volenti o nolente  convivere. Ci si deve abituare. Farsene una ragione.

            Non fa più notizia. Alla fine risulta inutile far riferimento  a obblighi considerata l’aurea di indifferenza  che si è costruita  intorno. 

            Ma è  avvilente per i cittadini   dover continuare a ripetere una segnalazione,  avendo la consapevolezza, acquisita con l’esperienza,  che sarà improduttiva di effetti.

In questo contesto si inquadra lo stato di abbandono, incuria e degrado di molte strutture pubbliche e private  ubicate nel territorio comunale, che  oltre ad arrecare pregiudizio  all’immagine della città, possono costituire un pericolo per la  incolumità fisica  delle persone.

Tanti sono le sconfortanti situazioni  che si sono allontanate dal pensiero e dall’impegno dell’Amministrazione comunale.

Tra di essi, un posto di rilievo se lo sono guadagnato il Bastione di porta Lecce, le cui mura sono state da tempo prese in ostaggio da una considerevole quantità di arbusti ,  le cui radici , sempre più grandi,  si stanno insunuando sempre più a fondo, innestando un processo di sgretolamento  delle mura con coseguenze dolorose  per le mura, per l’immagine, ma anche per i costi di ripristino.

Ma anche, come rimanere indifferenti  rispetto alla situazione in cui si trova Piazza del Salento collocata  nel rione commenda,  per la cura della  quale i cittadini del quartiere hanno ormai  perso la speranza, che  possa  essere liberata dal degrado in cui versa da moltissimo tempo, considerata la costante inerzia dell’’amministrazione Comunale rispetto alle tante richieste di intervento da parte nostra e da tanti abitanti del quartiere, che reclamano il loro diritto alla sicurezza ed alla tranquillità..

            Quel luogo che aveva rappresentato un luogo  d’incontro per i cittadini, le  mamme e i bambini, dove poter trascorrere in tranquillità il proprio tempo libero, non è praticabile senza correre rischi. Non esiste  più.

 Lo scenario è quello solito. Pavimento della piazza danneggiato   in moltissimi punti, numerosissime  buche e  rigonfiamenti; Moltissime piastrelle divelte, altre lesionate, inclinate, che causano seri problemi equilibrio ai frequentatori. Panchine danneggiate, altre  eliminate da tempo  e mai ricollocate sul posto. Fontana centrale ricoperta completamente di melma. Fontanina dell’acqua non funzionante. Ma anche, cordoli  dissestati, asfalto della carreggiata delle strade circostanti la piazza  danneggiato, con diverse  buche

Una vera e propria insidia che   si è aggravata nel tempo  e che costituisce  un’offesa al decoro urbano,  ma anche un serio pericolo per la popolazione del quartiere  in quanto può determinare  rovinose cadute, con coseguenti danni fisici  a quei  temerari che  ancora, con grande sprezzo del pericolo,  si avventurano si frequentarla.

Nondimeno, sono situazioni che denotano  l’assenza assoluta  di un controllo  efficiente del territorio  e della mancanza  di una programmazione degli interventi ciclici.

            Per questo  chiediamo, per l’ennesima volta, di  programmare finalmente un intervento risolutivo, urgente, sulla piazza del Salento e sui Bastioni di porta Lecce, per restiture ai cittadini i propri luoghi  e i tesori che la storia ha affidato alla cura di  questa città.
             Riteniamo  che solo  in questo modo si possa finalmente dare effettiva concretezza all’impegno di cura dei nostri tesori e   di rispetto e di tutela del decoro urbano,  più volte dichiarato dal sindaco e  dalla sua amministrazione.

Ci vuole poco, solo reale e non fumosa,  attenzione ai cittadini e buona volontà.

Vincenzo Albano                              

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