AMATI (AZIONE). SULLE LISTE DI ATTESA NON CI SONO PASSI IN AVANTI. OCCORRE PROPOSTA DI LEGGE

Liste attesa, Gruppo Azione: “Leggiamo di passi avanti. Non è vero. Lo dicono i dati della Regione. Subito pdl in Consiglio”

“Leggiamo di passi avanti sulle liste d’attesa e sugli screening. Non è vero. I tempi d’attesa rimangono biblici, non accordati con quelli previsti per le classi di priorità a breve, differita e programmabile, e quasi generalmente disallineati tra prestazioni istituzionali e a pagamento. E tutto questo si legge dai dati elaborati dalla stessa regione e pubblicati sui portali delle singole Asl, anche al livello statistico delle settimane indice. Circa gli screening, invece, l’obbligo di estenderli al 100 per cento della popolazione target è profondamente disatteso, e la percentuale media dello screening al carcinoma mammario, ossia quello più diffuso, supera di poco il 50 per cento. Dire che tutto sta migliorando è dunque profondamente sbagliato, beffardo e un po’ crudele, perché i dati confermano le esperienze vissute delle persone. Per questo speriamo nel pronto esame della nostra proposta di legge, già dalla seduta di martedì prossimo.”

Lo dichiarano i Consiglieri regionali di Azione, Fabiano Amati, Sergio Clemente e Ruggiero Mennea, e il responsabile Sanità del partito regionale Alessandro Nestola.

“Il fatto anche abbastanza ovvio che la regione abbia recuperato le prestazioni arretrate con notevoli risorse e prestazioni aggiuntive non può essere utilizzato per vantarsi sui tempi d’attesa. Sono due cose completamente diverse da un punto di vista tecnico.
I tempi massimi di attesa continuano a essere violati con andamento costante rispetto al pre-Covid. Aver recuperato ciò che già era fuori da ogni ragionevole tempo d’attesa non ha fermato le richieste nuove, quelle di ogni giorno, che purtroppo presentano sempre le stesse difficoltà. Spiace sentire i commenti politici dell’assessore e dei tecnici dell’assessorato, non opportunamente tarati sui fattori normativi e statistici.
La Regione elabora continuamente dati, che forse l’assessore e i tecnici dell’assessorato non leggono, che dicono cose completamente diverse. E per dimostrarlo basta cliccare sui link dei tempi d’attesa ex ante, pubblicati sui portali delle ASL, oppure chiedere a InnovaPuglia di fornire i dati delle settimane indice.
Circa gli screening, anche qui, vantarsi del recupero delle prestazioni non eseguite su una situazione d’inviti alla popolazione target mediamente inferiore al 50 per cento (solo per il carcinoma mammario si raggiunge la media del 60 per cento), pare abbastanza fuori da ogni connessione tra ragione e pur legittima comunicazione politica. Eppure le norme, le delibere regionali e gli atti aziendali adottati dagli stessi DG delle ASL obbligano all’invito del 100 per cento della popolazione target, per gli screening sul tumore alla mammella, al colon-retto e al collo dell’utero. E sul punto la Regione non possiede i dati e questi dati sono stati recuperati di recente solo dal lavoro della I Commissione.
Perché dunque dobbiamo raccontare una realtà non misurata dai numeri? Quando cominceremo a capire che la realtà non misurata o misurabile non esiste e s’imparenta con l’impostura?
Se davvero si vuole fare qualcosa di buono, pur nella straordinaria difficoltà, bisogna ridurre le carenze e inefficienze organizzative per non aggravare i pur esistenti problemi oggettivi, come la carenza di personale. E per far questo serve, per esempio, l’esame e l’approvazione della nostra proposta di legge per la riduzione delle liste d’attesa, già nella seduta di martedì prossimo. Staremo a vedere.”

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