ANCORA VIOLENZE NEL CARCERE DI BRINDISI. UNA NOTA DEL SAPPE

Sempre pronti in prima fila a denunciare, stigmatizzare, talvolta calunniare la polizia penitenziaria , i garanti dei detenuti di fronte alle decine di aggressioni agli agenti, alle centinaia episodi di violenza verbale e fattuale dei detenuti spariscono, si nascondono, diventano invisibili.

Ma a questo punto i garanti dei detenuti a che servono? Non dovrebbero garantire una maggiore correttezza dei detenuti nelle carceri invece di fare i loro portavoce per gettare fango sulla polizia penitenziaria?

Sia chiaro il SAPPE, sindacato autonomo polizia penitenziaria non ha nulla contro i garanti dei detenuti che grazie ad una certa politica hanno sostituito i veri garanti che sono i magistrati di sorveglianza, ma vorremmo che intervenissero anche per denunciare gli episodi di violenza che giornalmente accadono nelle carceri pugliesi e nazionali.

E grazie a questa delegittimazione strisciante dell’unico baluardo a difesa delle Istituzioni all’interno delle carceri che ha avuto il suo clou con Santa Maria capua vetere, i detenuti si sentono più forti, intoccabili, e con licenza di distruggere.

Ultimo esempio accaduto Sabato 21 Agosto ancora una volta nel carcere di Brindisi ad una decina di giorni dall’aggressione ad un poliziotto,  in cui alcuni detenuti di origine italiana hanno messo a soqquadro una sezione detentiva rompendo tavoli e sgabelli, sbattendo letti contro il cancello della camera che come burro ha ceduto, permettendo ai rivoltosi di uscire dalla stanza stessa per impossessarsi del corridoio, per poi incendiare alcune bombolette di gas che sono autorizzate per cucinare,  ma che possono diventare armi micidiali, e bruciando federe e lenzuola.

Per sedare la rivolta sono stati chiamati da casa diversi poliziotti in ferie, considerato che la grave carenza di poliziotti di cui soffre il carcere di Brindisi non consente di poter far fronte a questi eventi pericolosi e drammatici.

Così dopo circa 4 ore tutto è ritornato alla calma con un tragico bilancio di gravi danni che nessuno pagherà, come pure nessuno ripagherà quei poliziotti che per fare il loro dovere sono dovuti ricorrere alle cure dei sanitari a causa del fumo e delle intemperanze degli stessi.

Ancora più inquietante è anche il fatto che i muri e le inferriate di sbarramento delle stanze in cui sono ristretti i detenuti, vengono giu’ come panna dopo qualche colpo di letto contro gli stessi.

Questa situazione non è accaduta solo sabato a Brindisi,  ma anche a Foggia, Taranto, ecc.ecc.

Come mai dei cancelli e dei muri che dovrebbero essere corazzati vengono giù così facilmente? Perché ciò negli anni passati non accadeva?

E come mai i letti in ferro dei detenuti non vengono fissati nel pavimento, come avveniva una volta?

E di fronte a questo sfascio delle carceri,  il Ministro ed i vertici romani dell’amministrazione penitenziaria mandano in giro commissioni non verificare la catastrofica situazione delle carceri e dei poliziotti che giornalmente subiscono aggressioni o peggio, ma a cercare colpevoli da sacrificare a beneficio di politici, mass media, opinione pubblica,  per nascondere le loro colpe.

Proprio per questo il SAPPE non ci sta più, e dopo varie riunioni con i poliziotti della regione che non c’è la fanno più , sta organizzando una manifestazione di protesta davanti il provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria di Bari in cui verranno consegnate le chiavi delle carceri pugliesi,  poiché non più possibile lavorare in grave carenza ed in forte pericolo tra l’incudine dei detenuti sempre più violenti e prepotenti,  ed il martello dell’amministrazione penitenziaria pronta a colpire qualsiasi comportamento di difesa   adottato per riportare la legalità ed il rispetto delle leggi.

 

 

 

 

 

 

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