C’è voluta una circostanziata (ed altrettanto garbata) denuncia della CNA per accendere un riflettore sulle vicende del Petrolchimico di Brindisi e sulla gestione degli appalti che immancabilmente portano ritorni economici e occupazionali ben lontano da Brindisi.
Ci riferiamo all’attribuzione di commesse per la torcia a terra da parte di Versalis (per decine di milioni di euro) senza che le aziende brindisine (perfettamente in grado di eseguiore tali opere) siano state quazntomeno invitate a partecipare alle gare.
Ed è ancora più grave ciò che ha fatto Eni Rewind (ex Syndial) che per la semplice demolizione e bonifica di appartamenti e villette riservate al personale si è rivolta ad imprese di “fuori”.
Bisogna dare atto al sindaco Rossi di aver raccolto il grido di allarme della Cna e adesso si spera che sia conseguente anche nelle azioni tese a stabilire cosa sia realmente accaduto ed il motivo per cui – a fronte di una crisi senza precedenti del comparto industriale brindisino – non sia stato mosso un solo dito per favorire ritorni “£reali” per il territorio. Ed interventi in questa direzione si registrano anche da parte del parlamentare brindisino Mauro D’Attis, del consigliere regionale Mauro Vizzino e degli esponenti del PD Francesco Rogoli e Francesco Cannalire.
Per il resto – sulla base di quanto ci risulta – il silenzio totale. Sarebbe interessante, ad esempio, ascoltare le società Versalis ed Eni Rewind ed anche la voce delle organizzazioni sindacali, quantomeno per i mancati ritorni in termini occupazionali e soprattutto per dimostrare di non essere schiacciati su posizioni “aziendaliste”.
Resta il fatto che la situazione è gravissima e Brindisi non può permettersi “distrazioni” come quella denunciata dalla CNA.