Ho ascoltato con molta attenzione l’intervista che l’ex sindaca Angela Carluccio ha concesso all’emittente Studio 100. Non entro nel merito di tante affermazioni fatte, ma una cosa necessita di alcune precisazioni. Il riferimento è all’area ex Pol, nel seno di Levante del porto interno. La signora Carluccio ha fatto precise allusioni sul mio conto. In sostanza, io avrei lottato per chissà quali interessi per restituire alla città un’area che da decenni è nelle mani dei militari e che costituisce un regno dell’abbandono. Per fortuna, la verità emerge (pur senza che la diretta interessata se ne sia accorta) proprio dalle parole dell’ex sindaca. Io avrei fatto di tutto per inserire nell’accordo con la Marina Militare che quell’area andava restituita ai cittadini di Brindisi. E’ verissimo! L’ho fatto battendo i pugni nelle riunioni presso il Ministero della Difesa e presso lo Stato Maggiore della Marina Militare, ne ho parlato direttamente con il Ministro Roberta Pinotti ed avrei fatto di tutto per cancellare quel tumore all’interno della città. La “mission” era quella di far rientrare quell’area nell’intesa con il Demanio, la Marina Militare e l’Autorità Portuale. Ed il Comune non poteva perdere una occasione storica per riappropriarsi di un pezzo di città. Per questo motivo – come dice l’ex prima cittadina – mi sono “intrufolato” nella questione. E’ vera anche un’altra cosa che dice la Carluccio: al tavolo di trattative mi dichiarai disponibile a farmi carico dell’intervento di bonifica di quell’area perché mi resi conto che solo in questo modo avremmo potuto vincere le resistenze dei militari. Ed infatti proprio quella fu la chiave vincente. Dove avremmo preso i soldi per le bonifiche? In quel momento vagliammo varie ipotesi: dalla più semplice, costituita dalla sottoscrizione di un mutuo (il Comune era perfettamente in grado di farlo, possedendo adeguata capacità di indebitamento), alla richiesta di un finanziamento diretto del Ministero dell’Ambiente (con il quale avemmo una proficua interlocuzione sull’argomento), all’inserimento della bonifica nei programmi comunitari riguardanti la riqualificazione di aree dei comuni capoluoghi. In ogni caso, scegliemmo di far questo per un preciso obiettivo: sbottigliare la città attraverso un utilizzo delle aree situate situate a ridosso di viale Arno che sarebbero state collegate al centro proprio attraverso la percorribilità dell’area ex Pol. Pensammo anche ad un parco urbano ed alla definitiva valorizzazione del water front, dando continuità ad un articolato programma delle Amministrazioni Antonino e Mennitti. Il tutto, anche attraverso un collegamento diretto dell’area ex Pol (e quindi di via Arno) con la circolare del mare prevista nel progetto-Shuttle. La ex sindaca Carluccio, invece, decise di rinunciare a quelle aree, facendo in modo che le stesse diventassero di pertinenza dell’Autorità Portuale. Il tutto, per non farsi carico dei costi di bonifica e – più concretamente – per non aver capito minimamente l’importanza di restituire Brindisi ai brindisini. E per giustificare quella scelta strampalata (a dire il vero contestata proprio da tutti, anche dai miei ex avversari politici) oggi parla di possibili interessi della mia Amministrazione. Non comprende che quell’area sarebbe diventata comunale, che sarebbe stato impossibile dar vita a qualsiasi speculazione edilizia e che l’unico intento era quello di tutelare l’interesse pubblico. Piuttosto, verrebbe da pensare il contrario: l’Autorità Portuale non ha come vocazione la tutela degli interessi dei brindisini e quindi è assai possibile che adesso (grazie alle scelte della ex sindaca Carluccio) quell’area venga affidata in concessione a privati. E allora non resta che rispondere ad un dubbio: la signora Carluccio perché lo ha fatto? Non certo a tutela dei brindisini.
Mimmo Consales