ARRIVANO I TAMPONI, MA BRINDISI E’ DAVVERO STANCA DI SUBIRE….

La nostra testata giornalistica – penso sia più che evidente – tenta da settimane di accendere un faro sull’ospedale Perrino di Brindisi, con la speranza di far notare i tanti problemi che, alla lunga, avrebbero potuto creare difficoltà nella lotta a questa terribile pandemia. Abbiamo denunciato i limiti di un piano-covid regionale che non teneva nella giusta considerazione le esigenze dei 400.000 abitanti della provincia di Brindisi. Pochissimi posti di terapia intensiva, una inconcepibile promiscuità tra reparti covid e reparti no-covid e finanche la mancanza di uno straccio di laboratorio capace di analizzare i tamponi. Nelle corsie, poi, dispositivi sanitari con il contagocce e la chiara mancanza di una regia nella lotta al virus. In queste settimane abbiamo raccolto tante grida di dolore da parte di medici, infermieri e ausiliari. Uomini e donne che non lesinano neanche per un istante attenzioni nei confronti dei pazienti. Più di qualcuno tra di loro si è ammalato ed ha messo a repentaglio anche la salute delle proprie famiglie. Si poteva evitare tutto questo? Forse si. O forse no. Anche altrove – compresa la regione più avanzata d’Italia dal punto di vista sanitario – sono morti medici e infermieri. Ma qui il disastro è avvenuto con un pugno di ammalati positivi perché la macchina è partita male e con estremo ritardo. Non pensiamo neanche per scherzo di immaginare cosa sarebbe potuto accadere se qui si fosse sviluppato il focolaio di Bergamo.

Ma ciò che fa rabbia è che in tanti abbiamo lanciato l’allarme e ci si è decisi ad intervenire immediatamente solo dopo lo “sputtanamento” del Perrino nei telegiornali di Rai 1 e di Canale 5. Come per miracolo sono stati creati percorsi per distinguere gli ingressi dei reparti covid da quelli no-covid: una scelta fondamentale per limitare i contagi. E come per miracolo ci si è decisi quantomeno ad annunciare lo screening di tutti i dipendenti ospedalieri: i tamponi sembrano essere usciti dal cilindro e finalmente – dopo 2 mesi – potranno essere processati in tempi brevi.

In un altro momento avremmo potuto chiudere questo articolo con la solita frase “e vissero felici e contenti”. Questa volta, invece, quello che accadrà da domani in poi è ancora tutto da inventare. Non potrà bastare qualche videoconferenza dai toni “stiamo tutti bene”. La sanità pubblica di questa provincia dovrà essere ridisegnata e il Perrino non potrà continuare ad essere l’attuale fatiscente colabrodo. Ma forse questa triste esperienza della pandemia ad una cosa sarà servita: tanti brindisini non resteranno più in silenzio e difenderanno con i denti il proprio diritto alla salute.

Mimmo Consales

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