ASL BRINDISI, INTERNALIZZAZIONE DEL 118: LA LUNGA ATTESA DEGLI AUTISTI SOCCORRITORI E SOCCORITORI

ASL BRINDISI, INTERNALIZZAZIONE DEL 118: LA LUNGA ATTESA DEGLI AUTISTI SOCCORRITORI E SOCCORITORI

Terminate le elezioni regionali con le tante promesse, da subito, di internalizzazione di tutti i lavoratori autisti soccorritori e soccorritori volontari delle postazioni 118 della ASL di Brindisi, in attività ancora con le Associazioni o Cooperative, si iniziano oggi a scoprire gli altarini senza voler togliere la polvere sotto i tappetti.

Così denuncia il Segretario Generale della FIALS, Giuseppe Carbone, in disaccordo totale con le proposte avanzate dalla Direzione Generale della ASL di Brindisi, d’intesa con l’Amministratore della Sanità Service Dr. Roseto – che deve prendere in carico tutti i lavoratori con la internalizzazione del servizio di emergenza urgenza -, sui criteri e modalità, concordati con i sindacati tradizionali, per le assunzioni a tempo indeterminato del personale del 118 interessato oltre 600 dipendenti sui 303 da assumere.

Criteri e modalità assurdi -afferma Carbone– che prevedono un rapporto di lavoro anomalo di 30 ore settimanali per la gran parte dei lavoratori con rapporto di lavoro ancora esistenti con le Associazioni e Cooperative, invece delle 36 ore previste dal contratto nazionale di lavoro, ma privilegiando solo alcuni dipendenti che avranno un rapporto di lavoro pieno e stipendio intero a 36 ore settimanali.

Si tratta- afferma Carbone– dalla varie denunce verbali raccolte dei dipendenti e volontari del 118, degli autisti soccorritori che hanno ottenuto, senza criteri stabiliti da alcun contratto di lavoro nazionale, in questo ultimo periodo dell’anno in cui si era a conoscenza dell’internalizzazione del servizio di emergenza urgenza 118 nella Sanità Service, da parte delle Associazioni e Cooperative, contratti di lavoro a tempo pieno, diversamente da altri colleghi, che hanno mantenuto il rapporto di lavoro a part-time o che hanno subito il part-time dal rapporto di lavoro a tempo pieno, utili a favorire maggiori ore lavorative di contratti a full time da parte di pochi così definiti eletti.

Un metodo e criteri che prevaricano le norme di democrazia e trasparenza degli atti della pubblica amministrazione, denuncia il leader della FIALS.

L’attesa della “povera gente”, dei tanti che si trovano ancora a lavorare nelle Associazioni e Cooperative con stipendi minimali o rapporti di lavoro di assoluto precariato o di volontariato, di quella “gente bisognosa di lavoro”,  non può e non deve essere calpestata ma difesa, ed è questo il ruolo non solo del sindacato ma soprattutto di un governo regionale e del manager aziendale della sanità pubblica brindisina, che deve definire i criteri e le modalità dei rapporti di lavoro in funzione dei soli modelli organizzativi e funzionali aziendali in un servizio di emergenza ed urgenza vitale nella sanità brindisina, senza determinare particolarità e privilegi per alcuni a scapito di altri.

La FIALS -dichiara Carbone– nella trattativa ha proposto il rapporto di lavoro a 36 ore settimanali per tutti gli autisti soccorritori e soccorritori attualmente in servizio – 167 unità – senza privilegi di parte e per alcuni, oltre all’assunzione di una maggiore platea di altri lavoratori, circa 300 dai così definiti volontari, con criteri basati non solo sul numero dei turni di servizio effettuati negli ultimi cinque anni ma anche in base ai titoli professionali per un servizio più qualificato ed efficiente con operatori formati professionalmente.

Sarà lotta dura, fino in fondo, fino a scoperchiare gli eventuali altarini -ha concluso Carbone– necessitano criteri trasparenti e visibili da parte di tutti e di tutta l’opinione pubblica ed anche politica. Si vada fino in fondo e si verificano, invece, il tipo di rapporto che hanno avuto questi operatori negli ultimi 5 anni di attività nelle Associazioni e Cooperative e non solo quello negli ultimi mesi di odore di internalizzazione.

 

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