ASSOLTO PERCHE’ IL FATTO NON SUSSISTE! PER ROBERTO QUARTA LA FINE DI UN INCUBO…

Otto lunghissimi anni di sofferenza, di tensioni ed anche di rabbia per una storia incredibile. Ma adesso finalmente è stata pronunciata la parola fine e per Roberto Quarta – imprenditore brindisino ed ex presidente della locale squadra di calcio – è la fine di un incubo. Il Tribunale di Brindisi – giudice Lanzillotta – ha pronunciato una sentenza di assoluzione “perché il fatto non sussiste”, accogliendo in pieno la tesi del suo difensore, l’avvocato Oreste Nastari.

I fatti: Nel 2011 Roberto Quarta ha ricoperto la carica di presidente del Brindisi Calcio, salvandolo dal baratro dopo la disastrosa parentesi di Galigani/Pupino. Una esperienza conclusasi nel novembre dello stesso anno con l’avvento di nuovi soci. Sta di fatto che, a distanza di tre anni, Quarta si è visto recapitare una richiesta di rinvio a giudizio per violenza privata (nei confronti dell’ex allenatore Maiuri) e per reati collegati alla possibile alterazione del risultato di una partita. L’incubo comincia in quel momento, visto che si innesta un processo con accuse gravi, ma che lo stesso Quarta ha sempre respinto con fermezza.

“Sentirsi sulle spalle il peso di una vicenda giudiziaria così importante – ha affermato a Brindisitime Roberto Quarta – ha creato problemi a me, alla mia famiglia, al mio lavoro. Una vera e propria assurdità che con il mio legale siamo stati costretti a smontare grazie anche alle testimonianze raccolte nel corso del processo”.

Però ci sono voluti anni interminabili…

“Si, il termine è proprio giusto: interminabili – aggiunge Quarta – visto che mi hanno accusato di cose gravissime che io non ho mai commesso. Il tutto, in un periodo in cui in Italia si moltiplicavano gli episodi di calcio-scommesse”.

Che cosa si rimprovera di quella esperienza?

“La passione che ci ho messo, dal primo all’ultimo minuto. Del resto, non a caso in tanti mi definivano il ‘presidente-tifoso’. Tanto amore, tanto entusiasmo per qualcuno sono stati travisati e io ho dovuto subire un processo per anni”.

Adesso, però, questa storia si è conclusa positivamente…

“Si, ma rimane tanto rammarico per la mia vita, per la mia famiglia e soprattutto per il fatto che non sono riuscito a dare questa bella notizia a mio padre, venuto a mancare un mese fa. Per il resto, un grazie a chi mi è stato affianco in tutti questi anni, credendo nella mia totale estraneità ai fatti contestati. Non ho rancora nei confronti di nessuno, ma resta l’amaro in bocca, purtroppo”.

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