BANDO PER I MONUMENTI – IL SINDACO OSTAGGIO DELLA SUA MAGGIORANZA E DELLA STRUTTURA

Si deciderà in queste ore il futuro della gestione dei beni monumentali di pertinenza del Comune di Brindisi. Formalmente è ancora in piedi il bando pubblico, con scadenza il 23 maggio. In realtà, questa vicenda ha evidenziato una profonda crepa all’interno della maggioranza e della stessa macchina burocratico-amministrativa. Partiamo dalla politica. Per le opposizioni si sono registrate le prese di posizione del Movimento 5 Stelle. Ma i mugugni esistono anche all’interno della Giunta comunale, visto che è ben nota la posizione dell’assessore al ramo Oreste Pinto. In ultimo, il durissimo attacco di Articolo Uno allo stesso primo cittadino, invitato a prendere le distanze dalle “vecchie logiche del passato” e dal “cerchio magico” che avrebbe governato Brindisi durante l’ultima gestione commissariale. In pratica, si mette in discussione il fatto che il Comune di Brindisi ha deciso di scrivere il bando sulla scorta dei servizi offerti sino ad oggi dall’Associazione Le Colonne (ma quale sarebbe l’irregolarità?). E’ sembrato – secondo il M5S e Articolo Uno – un bando “cucito” proprio sulla stessa Associazione. Ed una riflessione sorge davvero spontanea: l’Associazione Le Colonne ha svolto bene o male il suo compito in questi mesi? Come mai nessuno ha battuto ciglio fino ad oggi? Come mai alla stessa Associazione sono giunti più volte i complimenti degli stessi amministratori brindisini? Ed ancora: come mai adesso si mette in discussione anche l’operato del tanto osannato commissario Giuffrè quando fino a poco tempo fa veniva preso come modello di buona amministrazione? Insomma, per farla breve: chi chiede l’annullamento del bando lo fa perché il progetto PAST non ha funzionato o è un regolamento di conti tra fazioni politico-amministrative (con l’Associazione Le Colonne che ne è rimasta coinvolta inconsapevolmente)? Ed in tutto questo, qual è la posizione del Partito Democratico e cioè della maggiore forza di governo della città? Guardando questa vicenda dall’esterno e sulla base delle dichiarazioni riportate stamattina dal Quotidiano si può solo dire che il primo cittadino ha deciso di non difendere le sue scelte, piegandosi alla prova muscolare imposta da Articolo Uno e da una frangia di opposizioni. Un eventuale ritiro del bando, infine, sancirebbe anche la vittoria di una fazione contro un’altra all’interno della macchina burocratica. Vecchie ruggini che si affacciano puntualmente con dei veri e propri regolamenti dei conti.

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