Dopo le verifiche di questa mattina, in un’operazione congiunta di forze dell’ordine, da Polizia a Carabinieri, Guardia di Finanza e Vigili Urbani, e per la Questura di Brindisi la dottoressa Stefania Occhioni e l’assessore Francesca Scatigno per il Comune, presso il dormitorio di via Provinciale per San Vito si inizia a fare luce sui numeri degli immigrati che ogni notte si recano lì per dormire. Come ci si poteva facilmente aspettare il numero degli ospiti è decisamente maggiore rispetto agli 80 posti previsti nel piano di sicurezza della struttura. Sono stati contati circa 200 giacigli che lasciano pensare che la notte sia un via vai di persone che cercano riparo precario su coperte e vecchi materassi, anche all’esterno della struttura in condizioni e al limite dell’umanità. Si è appurato che all’interno, oltre alle più semplici regole igieniche, mancano le cose essenziali per una sopravvivenza dignitosa. C’è una vecchia cucina e materiale usato che i ragazzi usano prendere anche dai rifiuti: giocattoli, elettrodomestici, utensili di vari genere. Molte di queste cose sono state recuperate e buttate degli operatori della Ecologica pugliese che sono intervenuti per la pulizia. A centinaia sono le biciclette ammassate nel cortile, e dato l’orario dell’intervento, si pensa che ce ne saranno di più: molti degli ospiti del dormitorio hanno un lavoro e alle prime luci dell’alba lascino la struttura per recarsi nelle campagne o dove qualcuno gli offerto un impiego. Circa 30 motociclette sono, invece, state prese dalla Polizia Municipale e i legittimi proprietari tra i migranti del centro di accoglienza notturno possono ritirarle mostrando il documento di proprietà. E’ un primo passo, fatto in sicurezza scegliendo le prime ore del giorno perché non avesse l’aria di un blitz, per verificare la sicurezza, le condizioni igieniche e la reale situazione di vivibilità del dormitorio. Un segnale per la città e i brindisini e un piccolo avvertimento agli ospiti non regolari a scegliere un alloggio migliore se possibile o rivolgersi alle associazioni competenti per chiedere un aiuto. Il dormitorio purtroppo non è l’unico luogo della città a ospitare migranti senza tetto, questi infatti usano occupare diverse strutture, alcune abbandonate, per cercare riparo la notte. Queste operazioni vogliono essere un modo per monitorare la situazione, cercando di tutelare la sicurezza in città, da un lato, e la dignità della persona per gli stranieri coinvolti.