BRINDISI: MESSAGGIO DELL’ARCIVESCOVO CALIANDRO PER LA PASQUA 2020

Messaggio dell’Arcivescovo Mons. Domenico Caliandro
SANTA PASQUA 2020
«Signore, è in te la mia speranza»
(Sal 39, 8)
Amati figli,
L’antifona d’ingresso della celebrazione della “Domenica delle palme”, che ci introduce nella
Settimana santa, recita così: «Gloria a Te che vieni, pieno di bontà e di misericordia».
Stiamo completando il cammino quaresimale, anche se le condizioni storiche ci hanno portato a
stare fermi, chiusi in casa.
Nella tragedia umana, sanitaria e sociale, siamo invitati ad avere uno sguardo di fede.
Guidati dalla Parola di Dio, vorrei offrirvi alcuni punti di riflessione su questo tempo e sulla Pasqua
ormai vicina.
Cadiamo nelle mani del Signore, perché la sua misericordia è grande
(2Sam 24, 14)
Questa frase è stata pronunciata dal re Davide quando si stava per abbattere il flagello della peste
sul suo popolo. In un momento di prosperità, il re si era creduto superiore a Dio e padrone della storia,
ma torna presto a capire che l’uomo è una piccola cosa.
La pandemia di queste settimane ci fa sentire impotenti, rifugiati in casa per sfuggire a un nemico
invisibile.
Che cosa fare, quando siamo impotenti davanti al male? Umanamente ci si dispera, nella fede
cresce la speranza.
In questa Quaresima siamo tornati a riconoscerci fragili, abbiamo riscoperto che siamo piccoli,
che la vita è importante e che non si fonda sul successo, che oggi c’è e domani è spazzato via.
Il Triduo pasquale ci aiuta a fare ancora un passo decisivo: consegnarci a Dio. È un atto esplicito
della volontà e della fede, con cui mettiamo da parte l’orgoglio e facciamo della debolezza un punto
di forza: «Solo in Dio riposa l’anima mia, da lui la mia salvezza» (Sal 62, 2).
Le grazie del Signore non sono finite, non sono esaurite le sue misericordie
(Lam 3, 22)
Disperazione significa ritenere che Dio non sia dalla mia parte, che abbia un amore a termine.
Questa è la più grande tentazione e, nel momento della prova, si affaccia sempre. Chi di noi non ha
sentito in queste settimane la paura di essere abbandonato?
La Quaresima ci porta a riconsiderare la Pasqua di Israele, fuggito dall’Egitto, ma per quarant’anni
ancora nel deserto, prima di giungere alla Terra promessa.
Così siamo noi: abbiamo trasformato il benessere, la tranquillità, l’onnipotente conoscenza che ci
offrono i mezzi di comunicazione nella meta della nostra vita, ma il traguardo non è questo.

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