BRINDISI – NELLA CITTA’ DEI “NO” BLOCCATO ANCHE IL PROGETTO DELL’INTERPORTO

Tra le tante cose che non vanno nella città di Brindisi vi è la lunga lista di opere progettate e che non hanno visto mai la luce.

Un esempio lampante in tal senso è costituito dall’Interporto dell’Area ionico-salentina. Lo IAIS S.p.a. (si chiama così la società proponente) era nata nel lontano 1999 con i migliori propositi e soprattutto con una compagine sociale che vedeva al suo interno, tra gli altri, la Provincia di Brindisi, il Consorzio Sisri, oggi ASI, il Comune di Francavilla Fontana e il Comune di Brindisi.

Sta di fatto, però, che da anni si susseguono contenziosi a non finire per la definitiva consegna delle aree della zona industriale, situate proprio a ridosso delle banchine di Costa Morena. Il Consorzio Asi, sino ad oggi proprietario delle suddette aree, ha già in parte intascato oltre 1 miliardo delle vecchie lire, denaro versato dallo IAIS, ma ad oggi la consegna non è ancora avvenuta a causa delle varie, forse ingiustificabili, richieste dell’Asi e per la presenza di una gran quantità di materiale di risulta (e di chissà cos’altro) proprio sugli stessi terreni.

E’ evidente che gli acquirenti (adesso in maggioranza privati, anche se il Comune di Brindisi non ha mai dismesso realmente le sue quote) pretendono di ricevere un’area totalmente bonificata e pronta al suo utilizzo.

Tra l’altro, lo scorso 11 giugno quei terreni sono stati oggetti di un blitz della Guardia di Finanza che ha riscontrato in azione una pala meccanica cingolata impegnata, secondo le dichiarazioni del conduttore della stessa, a rimuovere della vegetazione spontanea. I militari, però, hanno verificato,, su dette aree, la presenza di una enorme quantità di materiale edilizio, rifiuti ferrosi, rifiuti in plastica, pneumatici, cavi elettrici ed altri rifiuti, e che con il transito della suddetta pala meccanica, gli stessi venivano compressi e stesi sul terreno. In quella occasione è stato identificato il conducente del mezzo che stava operando per conto della ditta Icost srl di Oria. Operazione che si stava svolgendo dalle prime ore del mattino, anche se la stessa azienda incaricata sembrerebbe abbia ricevuto l’incarico ufficiale dal Consorzio Asi successivamente al blitz effettuato dalla Finanza, avvenuto alle ore 09.00 dello scorso 11 giugno.

Ad attirare l’attenzione delle fiamme gialle, poi, è stata la circostanza che quei suoli rientrano nell’area SIN (Sito di Interesse Nazionale) qualifica che rende gli stessi impossibili di movimentazione terra senza una preventiva caratterizzazione e successiva autorizzazione. Circostanza, quest’ultima, sfuggita molto probabilmente ai tecnici del Consorzio Asi.

Nel frattempo, il progetto di realizzazione di uno scalo intermodale resta nel cassetto e Brindisi continua a perdere un’ulteriore opportunità di sviluppo e di occupazione di cui ne avrebbe assoluto bisogno.

Si spera che, essendo stata interessata la Magistratura, si arrivi finalmente ad una soluzione dell’annosa vicenda, evitando di farci sottrarre l’ennesima occasione per il nostro porto a favore di Taranto o Bari.

Condividi questo articolo:
Share on facebook
Share on twitter
Share on telegram
Share on whatsapp
no_fumo_torchiarolo

what you need to know

in your inbox every morning