Brindisi, Stop Fossili Start Rinnovabili – Legambiente: La città al centro della transizione energetica italiana: crisi, sfide e proposte concrete

Sabato 14 giugno 2025, ore 11.00 – Brindisi
Ex Convento di Santa Chiara

Legambiente invita giornalisti, istituzioni e cittadini alla conferenza stampa sul tema:

“Brindisi, Stop Fossili Start Rinnovabili”
Un confronto pubblico sui progetti per il futuro energetico, industriale e occupazionale del territorio.
Nel corso dell’incontro sarà dedicato un momento di ricordo a Enrico Favuzzi, storico fondatore del circolo di Legambiente Brindisi, instancabile voce ambientalista e punto di riferimento per la comunità.

Brindisi, Stop Fossili Start Rinnovabili
La città al centro della transizione energetica italiana: crisi, sfide e proposte concrete

Nell’ambito della campagna nazionale “Stop fossili, start rinnovabili”, Legambiente pone l’attenzione su Brindisi, città simbolo della transizione energetica italiana. Con una potenza storica installata di 5.090 MW, Brindisi ha rappresentato per decenni un polo energetico strategico del Paese. Oggi si trova di fronte a una sfida epocale a causa della chiusura contestuale  di Eni Versalis e della centrale termolettrica  Enel di brindisi sud .

La città è protagonista di un processo profondo di riconversione. Negli ultimi anni sono stati chiusi due impianti fondamentali: la centrale termoelettrica Brindisi Nord di A2A, ferma dal 2012, e la centrale Enel Brindisi Sud, che ha cessato l’attività nell’ottobre 2024. L’unico impianto ancora operativo, quello a turbogas di Eni Power, è in forte crisi a causa della contrazione del polo petrolchimico e della chiusura annunciata dello stabilimento Eni Versalis, con conseguente stop al cracking e agli impianti collegati.

I piani di decarbonizzazione italiani richiedono un focus particolare su Brindisi, come è stato previsto dal Governo con la classificazione di Brindisi ad area di crisi complessa. Questo riconoscimento ha portato all’emissione di un bando per manifestazioni di interesse, finalizzato alla reindustrializzazione nell’ambito di un accordo di programma e, di recente,  è stato nominato il Prefetto di Brindisi Luigi Carnevale Commissario per il processo di reindustrializzazione e decarbonizzazione di Brindisi.

La crisi della chimica di base e la chiusura della centrale termoelettrica Brindisi Sud hanno effetti immediati sull’occupazione . La chiusura della centrale Enel Brindisi Sud comporta la ricollocazione di 340 dipendenti diretti e circa 400 lavoratori dell’indotto. La dismissione di Eni Versalis e del cracking potrebbe coinvolgere oltre 800 addetti tra personale Eni e altre aziende del comparto chimico. Eni ha annunciato il riassorbimento di 700 unità entro il 2028 nella futura Giga Factory per la produzione di batterie di accumulo, ma i tempi sono lunghi e le certezze poche.

Intanto, Eni chiede di mantenere in conservazione il cracking, continuando a emettere in torcia — con l’assenso del Ministero dell’Ambiente — l’offgas, sottoprodotto del processo di polimerizzazione. Una pratica che rischia di durare per sei mesi e che Legambiente ritiene gravemente dannosa per l’ambiente e inaccettabile sul piano tecnico e normativo.

A peggiorare il quadro, il Governo ha chiesto a Enel di sospendere la chiusura definitiva degli impianti a carbone, prevedendo modalità di “riserva calda” o esercizio minimo, ma senza fornire alcuna chiarezza tecnica o autorizzativa. Nella centrale Brindisi Sud, si è addirittura ripresa la combustione di carbone contenuto nei dome, senza produzione di energia elettrica, senza comunicazione agli enti di controllo e in assenza di autorizzazioni valide. Un atto che Legambiente definisce gravissimo sia sul piano ambientale che economico, in aperta contraddizione con gli impegni di decarbonizzazione.

Legambiente ne ha discusso anche nel convegno sulla decarbonizzazione tenutosi a Brindisi il 28 marzo scorso in cui si è cercato di tracciare anche un quadro chiaro delle opportunità per il territorio. Grazie all’intenso lavoro svolto da Ispra e, soprattutto, dall’Arpa Puglia a Brindisi oggi abbiamo il 97% di caratterizzazioni delle matrici ambientali a Brindisi, ciò può consentire di sbloccare i tanti progetti presentati e giacenti presso le pubbliche amministrazioni, semplicemente ricorrendo alle analisi di rischio che il Ministero dispone in questi casi.

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