Un incontro pieno di emozione, riconoscenza e speranza quello che si è svolto all’ospedale Antonio Perrino di Brindisi. Catherine — la donna che un anno fa era stata colpita da un batterio rarissimo, il Capnocytophaga canimorsus, che nel suo caso ha provocato una grave setticemia e la successiva necrosi — è tornata per abbracciare e ringraziare i medici, gli infermieri e gli operatori socio-sanitari che le hanno salvato la vita.
A causa delle complicazioni dell’infezione, a Catherine sono stati amputati tutti e quattro gli arti e una parte del naso. In tutta Italia si sono registrati un paio di casi simili, a testimonianza della rarità e della pericolosità di questo batterio.
Il suo percorso è stato durissimo, ma affrontato con straordinario coraggio e sostenuto dalla professionalità e dall’umanità dei team dei reparti di Rianimazione e Malattie Infettive del Perrino.
Oggi, Catherine è tornata in ospedale per salutare e ringraziare il personale del reparto di Rianimazione, accolta con grande affetto da medici e infermieri, in particolare dal dottor Calò e da chi l’ha seguita nei momenti più critici della malattia. Qualche settimana fa era già tornata a trovare i sanitari del reparto di Malattie Infettive, completando così quel gesto di profonda gratitudine che nasce dal cuore.
Il suo ritorno rappresenta molto più di una semplice visita: è un simbolo di rinascita e di speranza, ma anche un riconoscimento al lavoro silenzioso e instancabile di chi, ogni giorno, nella sanità pubblica, combatte per salvare vite umane anche nelle situazioni più difficili.