Caldo estremo e cantieri: ANCE chiede una norma nazionale. La salute dei lavoratori è prioritaria, ma serve equilibrio e chiarezza, non si può scaricare tutto sugli imprenditori

La tutela della salute dei lavoratori è un principio imprescindibile, ancor più in presenza di ondate di calore eccezionali che rendono difficoltoso, e talvolta rischioso, lo svolgimento delle attività nei cantieri edili. Tuttavia, il ricorso a ordinanze regionali disomogenee e non coordinate rischia di creare ulteriori difficoltà operative per le imprese, con ricadute gravi su appalti pubblici, scadenze contrattuali e grandi progetti strategici per il Paese.
Se ne è discusso a Roma, presso la sede nazionale di ANCE, nel corso della riunione della Commissione Referente Opere Pubbliche (ROP), alla quale ha preso parte anche il Presidente di ANCE Brindisi, Angelo Contessa.
Nel corso dei lavori è emersa l’urgenza di una disciplina nazionale organica, che consenta di affrontare l’emergenza climatica nel rispetto della normativa sulla sicurezza, ma anche delle responsabilità che le imprese hanno assunto nei confronti delle stazioni appaltanti. In questo senso, è stato accolto con favore il Protocollo quadro per l’adozione di misure di contenimento dei rischi lavorativi legati alle emergenze climatiche, sottoscritto presso il Ministero del Lavoro.
Al termine della riunione, la Presidente nazionale di ANCE, Federica Brancaccio ha dichiarato: «Bene il protocollo caldo, apprezziamo lo sforzo del Ministero del Lavoro e siamo pronti a renderlo applicabile al settore delle costruzioni per tutelare la salute dei nostri lavoratori nei cantieri. Ma serve stabilizzare le regole con una legge ordinaria. Il caldo arriva ogni anno, per questo è necessario avere una norma stabile per arrivare preparati. Serve anche uno strumento che ci consenta di derogare alle normative comunali per poter anticipare l’orario di lavoro ed evitare le ore più calde e rischiose, riducendo così anche la richiesta di cassa integrazione, che comporta un costo per lo Stato».
Nel settore delle costruzioni, infatti, le interruzioni non programmate delle attività incidono direttamente sui tempi di consegna e attualmente, in particolare, su opere legate al PNRR, ai grandi progetti urbani e infrastrutturali, nonché alle importanti scadenze fissate per eventi come le Olimpiadi ed i Giochi del Mediterraneo 2026. In questo contesto, non è pensabile che l’intero onere decisionale, gestionale ed economico ricada solo sugli imprenditori, già gravati da obblighi stringenti in termini di tempi, penali e adempimenti vari.
L’esigenza di una regolamentazione nazionale efficace è stata condivisa anche dalle rappresentanze sindacali, che hanno sottolineato – seppur con posizioni articolate – la necessità di garantire il rispetto delle ordinanze locali a tutela della salute, ma anche di evitare situazioni di incertezza normativa e applicativa che si ripercuotono negativamente sui lavoratori e sulle imprese.
ANCE continuerà a promuovere un confronto costruttivo con Governo, Regioni e parti sociali, per arrivare a una soluzione condivisa, efficace e rispettosa dei diversi interessi in gioco.
Come ANCE Brindisi, seguiremo con attenzione gli sviluppi della questione per garantire un costante aggiornamento agli associati ANCE ed agli iscritti alla Cassa Edile di Brindisi, offrendo supporto interpretativo e operativo in presenza di nuove disposizioni o indicazioni normative.

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