CASTELLO ALFONSINO – LA GUERRA IN ATTO E’ L’ENNESIMO SCHIAFFO ALLA CITTA’…

Sull’assurda vicenda legata alla riapertura del Castello Alfonsino è necessario fare alcune valutazioni, provando a non farsi condizionare dall’incredibile guerra tra fazioni politiche, risvegliatesi sul prestigioso maniero, ma silenti su grandi questioni come il bilancio comunale o, peggio ancora, il Piano Urbanistico Generale.

Il Sindaco Rossi, a dire il vero, non ha tutti i torti quando parla di una presenza ingombrante delle Soprintendenze nella nostra città. In passato, infatti, abbiamo rischiato di dover bloccare per anni i lavori di rifacimento del lungomare Regina Margherita perché furono ritrovati ulteriori reperti. In una nazione dove si investe pochissimo per la valorizzazione della sua storia, le Soprintendenze spesso si limitano a “bloccare”, a fermare i cantieri, forse in attesa di un principe azzurro capace di far arrivare tanti soldi per recuperare beni e valorizzarli. La realtà è cosa ben diversa e l’Italia è piena di incompiute e di beni di grande valore in completo abbandono. E’ giusto, quindi, che i territori facciano sentire la propria voce.

Quella del Castello Alfonsino, però, è una storia differente che non può non tenere presente le condizioni disastrose in cui si trova oggi il Comune di Brindisi, alle prese con gravi problemi finanziari che ne limitano le funzioni. Sarà stato anche questo uno dei motivi per cui la Soprintendenza ha deciso – una volta completati i lavori di manutenzione del primo intervento di ristrutturazione del Castello – di agire in autonomia, avvalendosi della collaborazione dell’Associazione “Le Colonne” che in questa città ha dimostrato con i fatti di possedere grandi professionalità e ottime competenze.

Non è pensabile che la Soprintendenza abbia costruito un futuro del Castello che non veda protagonista anche il Comune di Brindisi. Ma in questa fase aver voluto mantenere un controllo sulla riapertura è stata, a nostro parere, una scelta sensata e condivisibile.

Nella nota diffusa ieri il sindaco Rossi ribadisce la sua posizione, ma quando parla di cosa si sarebbe potuto fare incappa in un terribile scivolone. Fa riferimento, infatti, ai servizi di custodia, pulizia e cura del verde che il Comune avrebbe potuto affidare alla Brindisi Multiservizi. Ignora – riteniamo in buonafede – che la BMS è la stessa società che dovrebbe tenere in ordine e puliti i parchi cittadini, che dovrebbe evitare che i quartieri della città siano invasi da sterpaglie alte più di un essere umano. Tutte mansioni che non riesce più ad eseguire da tempo, tanto da fare ricorso (anche in maniera esagerata) allo strumento del sub-appalto a ditte esterne.

Ma Rossi contesta – di fatto – anche l’affidamento di alcuni servizi all’Associazione “Le Colonne” che proprio lui, in più occasioni, ha considerato, a giusta ragione, un’eccellenza (non a caso è proprio il Comune a sottoscrivere con la stessa Associazione una convenzione per la Palazzina Belvedere-collezione Faldetta). Ritiene, il primo cittadino, che sia limitativo il sistema della visita del Castello in gruppi da 20 persone e parla della possibilità di far arrivare (attraverso il Castello) centinaia di migliaia di visitatori. Forse ignora che i lavori di ristrutturazione sono tutt’altro che terminati e che non è immaginabile la presenza di un gran numero di visitatori, soprattutto per ragioni di sicurezza.

Insomma, passi per la richiesta di maggiore considerazione da parte della Soprintendenza, ma è necessario che il sindaco parta dalla consapevolezza che il Comune di Brindisi non ha risorse per “fare in proprio”, che la Brindisi Multiservizi non è assolutamente in grado di adempiere alle funzioni da lui descritte e che le divisioni tra “amici” e “nemici” non portano da nessuna parte, se non all’isolamento in cui il Comune di Brindisi rischia di ritrovarsi a seguito dei tanti conflitti istituzionali.

(m.c)

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