Nessuno di noi avrebbe mai pensato di dover stigmatizzare le esternazioni senza controllo del Ministro della Repubblica Italiana dedicato al LAVORO Giuliano Poletti.
Dovrebbe avere rispetto per tutti quei giovani che sono costretti ad emigrare per poter mettere a regime il proprio titolo di studio , e talvolta, solo per sopravvivere.
Così come nel caso della nostra connazionale definita Cittadina del mondo Fabrizia – forse fra le vittime dell’attentato di Berlino – , la quale appartiene alla cosiddetta generazione Erasmus, ed ha scelto un percorso formativo orientato all’integrazione tra i popoli e alla lotta alla discriminazione. Dopo la laurea triennale alla Sapienza di Roma ha scelto di vivere a Berlino, dove lavora in un’azienda di trasporti.
Questi sono i giovani italiani in fuga, e gente come il ministro Poletti ha permesso che ne venisse infangato il loro sacrificio.
Ma come possono i nostri giovani pensare al loro futuro in Italia se le riforme degli ultimi anni hanno previsto una sempre maggiore soglia di precariato.
Gli stessi voucher hanno avuto un’impennata, solo nei primi 10 mesi del 2016 sono stati venduti 121,5 milioni di voucher da 10 euro, +32,3%. Nello specifico la Puglia, ha visto esplodere i voucher da 1,1 milione del 2013 ai 5,7 milioni sino all’ottobre 2016.
Questa vergogna legalizzata è il frutto di una politica indolente, che nell’ultimo lustro si è occupata soprattutto di profitti bancari ed ha affondato la dignità di tutti quegli uomini e donne che quotidianamente e con onestà, con il loro lavoro arricchiscono l’Italia, ma ultimamente non riescono nemmeno a vivere dignitosamente, men che meno se si guarda la reale portata dell’ art.36 della Carta Cost. (“Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa.”)
Per questo motivo la CGIL si è resa promotrice di tre referendum che mirano unicamente alla corretta applicazione della Carta Costituzionale.
Se supereranno l’ultimo passaggio dinanzi alla Corte costituzionale,i tre referendum proposti, che hanno visto l’adesione di 3,3 milioni di cittadini italiani, ( due quesiti riguardano la riforma Poletti Jobs act e vaucher, il terzo intende riesumare la responsabilità in solido di appaltatore e appaltante ) potranno essere vagliati direttamente dai cittadini italiani, i quali, anche grazie alla vittoria del no al referendum abrogativo, potranno ancora esercitare il loro diritto di voto diretto.
SEGRETARIO GENERALE CGIL
ANTONIO MACCHIA