“Donna del dialogo e apostola dell’unità”, questi sono stati gli appellativi con cui si è voluto onorare la figura di Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolari, nel decennale della sua morte. La Comunità Locale del Movimento, che opera nell’area brindisina, ha celebrato il memoriale con un convegno presso la parrocchia di S. Maria in Betlem in Mesagne grazie alla disponibilità del parroco Don Claudio Cenacchi, alla presenza di S.E. Mons. Domenico Caliandro, del Pope Ortodosso Padre Arsenios della chiesa ortodossa di Brindisi e del sig. Teodoro Mauro, presidente del consiglio della Chiesa Evangelica Valdese di Brindisi. Un’attenta folla di fedeli, molti dei quali provenienti da altre province della regione, gremiva la chiesa.
Il dott. Tonino Trigiani, teologo focolarino, ha illustrato il percorso spirituale di quella che è stata definita una delle donne di fede più importanti del Novecento, mettendo in evidenza il valore del suo carisma all’interno della Chiesa nell’ottica del Vaticano II, in particolare quello dell’unità, scaturito da una profonda riflessione su una frase del vangelo, quella che recita: “Padre… che siano una cosa sola, come noi.” (Gv 17,11). Era il 1943 quando a Trento, sotto i bombardamenti, lei e le sue prime compagne si ritrovavano assieme nei rifugi antiaerei. Quelle parole brillarono per loro di una luce nuova. Una luce che era follia d’amore verso tutti in quel momento in cui l’umanità era dilaniata dalla guerra e dalle divisioni ideologiche. Il teologo ha poi illustrato come lo Spirito Santo ha mosso Chiara e il Movimento a stabilire contatti con rappresentanti delle varie chiese, che un tempo erano dette: separate, ma che ora possiamo dire: sorelle; in particolare col patriarca di Costantinopoli Atenagoras I fin dal 1967 e quindi con le Chiese Evangeliche, gli Anglicani, e poi con i non cristiani e finanche con persone di convinzioni diverse. Un dialogo a 360 gradi insomma che ha spianato la via verso l’amore universale.
Una sfida non priva di ostacoli e di difficoltà, come è stato più volte sottolineato nel corso del convegno, ma nella ferma fiducia che su questo cammino vi sia la preghiera personale di Gesù, prima ancora della nostra. Chiara Lubich era convinta che per un incontro delle religioni bisognasse partire dall’amore scambievole, quello concreto, fatto di gesti concreti, piuttosto che dalle divergenze dottrinali che solo con la buona volontà e nei tempi dello Spirito Santo potranno essere appianate.
In questo afflato comune di speranza risuona solenne nella Chiesa-Una la profezia di Atenagoras quando, nell’incontro con Paolo VI, ebbe a dire: “… adesso appare più vicina l’ora dell’unico calice”.
La Comunità Locale del Movimento dei Focolari
Brindisi