CISL A CONVEGNO: LA RELAZIONE DI CASTELLUCCI PER “CIS E LE NOSTRE VOCAZIONI”

Di seguito l’intera relazione presentata da Antonio Castellucci, della Cisl, in occasione del convegno “Cis e le nostre vocazioni”

“Saluto e ringrazio tutti gli intervenuti, gli illustri ospiti che hanno accettato il nostro invito e ci accompagneranno nella disamina delle potenzialità contenute nel CIS per l’area di crisi di Taranto (comprendente anche i comuni di Statte, Massafra, Crispiano e Montemesola).

Una iniziativa, questa, che va a completare la precedente, da noi organizzata anch’essa con la Cisl di Puglia il 26 febbraio 2016, improntata principalmente su bonifiche e sistema industriale.

L’obiettivo odierno, invece, è verificare se le potenzialità del territorio possono essere declinate compiutamente anche con i settori Cultura e Turismo.

Il binomio Cultura e Turismo è determinante, in Italia, per il futuro economico di ogni singola provincia, così come è ormai evidente che l’elemento culturale ne determina anche l’identità.

La Puglia con le sue province, partendo dal patrimonio inestimabile di bellezze naturali e antiche vie di storia, di cultura, dovranno sempre più destagionalizzare l’offerta culturale e turistica, non puntando più solo su un turismo balneare, di pochi mesi, bensì ampliando e sviluppando un’offerta più autentica e di alta qualità, mirando a mettere a disposizione compiutamente, cultura, storia e turismo per l’intero anno.

Questi settori così come il mare, la pesca, l’agricoltura di qualità, connotano fortemente le vocazioni del territorio tarantino; non a caso, negli ultimi tempi essi si stanno manifestando sempre più positivamente in tutte le loro specificità, creando importanti opportunità occupazionali aggiuntive.

Vogliamo dimostrare, dunque, che un’inversione effettiva di tendenza è possibile esercitando partecipazione, condivisione, sinergie istituzionali, che sono da riattivare e rivitalizzare, concertazione sociale da riscoprire così come il fare rete, puntando in generale all’obiettivo del bene comune, in particolare all’emancipazione della nostra area.

E’ per questo che prendiamo le mosse, oggi, con il nostro ragionamento su Cultura e Turismo, dal contesto di preoccupazione economica e sociale che continua a far soffrire l’intera provincia ionica.

Qui la disoccupazione giovanile è ancora a livelli di vera emergenza, ovvero oltre il 50%  (dato 2016), ragione in più perché sia rilanciata, attraverso un Patto Territoriale, la sfida del dialogo sociale tra tutti gli attori istituzionali, professionali, associativi, affinché Cultura e Turismo assurgano a ruolo di credibili opportunità, con specifico riguardo ai risvolti appunto occupazionali oltreché promozionali.

I dati Istat ci dicono che questa area pugliese, nel quadro del sistema turistico regionale, ha registrato nel 2016 presso le strutture alberghiere oltre un milione (1.116.592) di presenze italiane e straniere, mentre in quelle extra alberghiere circa 35 mila.

La nostra offerta turistica può contare innanzitutto sulla città capoluogo grazie al caposaldo costituito dal Museo archeologico nazionale  MarTA (Museo Archeologico Nazionale di Taranto), al Castello Aragonese nonché ad altre iniziative specifiche, che sono fruibili però per pochi giorni all’anno.

Riteniamo lusinghieri i dati quantitativi e qualitativi del MarTA, ormai tra i più importanti del circuito nazionale e non solo; da quando ha conseguito lo status di autonomia speciale (DPCM n. 171/2014 che ha riguardato la riforma dei Musei statali in Italia ) esso è passato dai 27.167 visitatori del 2013 agli 82.328 del 2016, con un incremento del 203%.

In particolare, oltre 55 mila (55.186) sono stati i visitatori nel 2015, mentre nel 2016 sono stati oltre 82 mila (82.328) ;  per il 2017 è previsto un ulteriore aumento al momento non quantificabile, ma ipotizzabile fino al +20%.

Va aggiunto, inoltre, che la Puglia si colloca ai primi posti tra le Regioni più virtuose in termini di visitatori +18,3% e incassi +13,5% .

Il nostro Museo è stato inserito tra le Eccellenze d’Italia, è presente sui vari social con migliaia di followers, ed ha un gradimento che lo pone sempre ai primi posti a livello territoriale.

Il MArTA oltre a custodire e valorizzare il patrimonio archeologico è anche estremamente attivo su vari fronti.

Esso ospita regolarmente tirocinanti e stagisti provenienti dai più prestigiosi istituti italiani; ha anche sei unità del servizio civile nazionale, partecipa in molti progetti di cooperazione di elevata caratura, è partner di importanti protocolli d’intesa per la crescita del territorio, offrendo attività di ricerca a studiosi provenienti da tutta Europa.

Di particolare interesse consideriamo i progetti preannunciati dalla direttrice dott.ssa Eva Degl’Innocenti, relativi al museo digitale che comprenderà il riordino dei depositi; schede dove saranno contemplate topografia, storia della città, reperti, ecc.; inoltre, il riallestimento del museo per renderlo fruibile  anche ai disabili e ai bambini, agli adolescenti; stampanti 3D con percorsi tattili per i non vedenti; potenziamento della comunicazione su internet e della promozione.

Ricordiamo, altresì, che la Direttrice del Museo e il Commissario per la bonifica, alla presenza del Ministro De Vincenti, hanno sottoscritto il mese scorso un accordo di collaborazione per un programma di valorizzazione culturale, nell’ambito del piano di riqualificazione dell’area di crisi ambientale di Taranto.

Cultura e valorizzazione delle risorse, l’ambiente e i beni culturali del territorio, la bonifica e la riqualificazione della città capoluogo, vengono concepiti ed assunti, dallo stesso accordo, come elementi significativi per uno sviluppo sostenibile ed una crescita intelligente.

Obiettivi ancora dichiarati, quelli per rafforzare la conoscenza del territorio da parte della comunità locale ma anche nazionale ed internazionale, rendendo attrattivi il patrimonio qui esistente delle eccellenze culturali, naturalistiche ed ambientali, anche attraverso le testimonianze tutelate, valorizzate e custodite presso il Museo e l’integrazione di questi valori con quelli delle aree oggi compromesse ed in fase di recupero.

L’accordo si inquadra sia nel progetto Actors Italia (Attrattori Culturali per il Turismo nelle Regioni del Sud Italia) che ha individuato, appunto, Taranto ed il Museo archeologico come area pilota ed attrattore culturale per la Puglia, sia nella pianificazione dell’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Meridionale che vede la difesa, la tutela e la gestione delle risorse acqua, suolo e di tutto il territorio interessato quale asse di sviluppo sostenibile, inclusivo e partecipativo, i cui valori culturali ed ambientali contribuiscono a costruire una sana e rispettosa economia.

Auspichiamo risultati positivi collegati all’accordo in questione e dichiariamo la disponibilità a collaborare, per il buon esito delle buone pratiche che lo accompagneranno.

Come dicevamo in premessa, dal binomio Cultura e Turismo passa tanto del futuro delle economie dei singoli territori!

Per questo ricordiamo anche il 15 maggio scorso, il primo sbarco di oltre 1000 croceristi nel porto di Taranto, dalla nave Thomson Spirit.

Abbiamo commentato anche sulla stampa locale, tale evento, come opportunità storica di vera diversificazione dell’economia territoriale, considerando le caratteristiche qui esistenti, ovvero geografiche, turistiche, commerciali, paesaggistiche, archeologiche, artistiche, artigianali, gastronomiche, agricole, culturali, storiche.

Lo ritenemmo un passo nella giusta direzione che potrà continuare a convivere con la ritrovata sostenibilità ambientale del sistema industriale ionico che, se pur destando molta preoccupazione per l’incerto orizzonte ancora non visibile, per la Cisl è senza alcun dubbio da preservare, rilanciare e soprattutto ambientalizzare, così come sosteniamo con fermezza da anni.

Per altre sei volte, dal successivo lunedì 29 maggio e fino ad ottobre scorso, sono arrivati con la stessa Thomson Spirit ancora turisti, mentre per 2018 è stato annunciato qui l’attracco della Tui Discovery 2, nave ammiraglia extra-lusso della stessa compagnia, capace di ospitare circa 1.800 passeggeri; così come sono in corso trattative  per far giungere una seconda compagnia internazionale con navi di capacità superiore.

Noi siamo certi, che si è gettato un buon seme!

Ma allo stesso tempo crediamo che con lucidità, coordinamento e maggiore collaborazione, mettendo da parte la litigiosità per non ingessare il sistema economico e sociale, si deve andare oltre le differenze, persino quelle di carattere politico, si deve migliorare l’accoglienza, i servizi, l’immagine della città, affinché essa si apra compiutamente alla Nazione e al Mondo.

Sosteniamo, ormai da tempo, che Taranto è un territorio di respiro interprovinciale, in modo particolare, con Brindisi e le altre province pugliesi, ricche di fascino turistico e culturale potenzialmente fruibile tutto l’anno; ma anche di respiro interregionale, con la vicina Basilicata, alla quale rivolgiamo attenzione per Matera capitale europea della Cultura 2019.

Non va sottovalutato che le importanti infrastrutture portuali di Bari, Taranto e Brindisi sono riconosciute dal Governo nazionale, asset strategici dell’economia nazionale e contribuiscono in misura significativa a determinarne il Pil, segnatamente nei comparti del crocierismo di linea, charter e low coast, in quelli commerciale, cargo, trashipment e, nel caso del capoluogo ionico, anche militare.

Ed è proprio con il sistema pugliese che il Piano nazionale della Logistica 2011-2020 ha configurato la direttrice adriatica meridionale, ovvero il porto di Bari e il suo interporto Ten-T, il porto di Taranto anche porto Ten-T e transhipment e relativa piattaforma logistica, il porto di Brindisi nella configurazione di hub.

La legislazione attuale, attraverso il decreto Mezzogiorno, propone giustamente un modello di Zone economiche speciali (Zes) tale da renderle strumenti orientati a rafforzare la capacità dei porti e del settore logistico per intercettare il crescente traffico del Mediterraneo, favorendo l’insediamento di imprese in grado di attivare, a partire dalla logistica, processi di sviluppo molto importanti delle imprese anche locali.

Evidenziamo la rilevanza che, in tale contesto, acquista la capacità sia di intercettare i traffici internazionali, sia di offrire all’industria del territorio la possibilità di spedire ed esportare celermente e a minor costo i propri prodotti.

Per far ciò occorre, però, intervenire con una visione complessiva sia su scala Nazionale che Europea.

Lo sviluppo territoriale del Sud d’Italia deve essere, dunque, potenziato in una ottica che assegna ad alcune Città-Porto come Taranto, per quanto ci riguarda, insieme con Matera, la funzione di “poli di commutazione” del sistema Euro Mediterraneo: luoghi in cui le grandi reti provenienti “dalla Via della Seta”, dalla Cina e dall’India e dal raddoppio del canale di Suez, atterrano sul territorio, solidificano i loro flussi e fertilizzano i sistemi logistici locali.

Per Matera parliamo di un progetto legato al porto di Taranto, di un modello innovativo, da esportare, messo in relazione all’eco-sostenibilità, alla tecnologia degli incubatori di impresa, alla formazione, ai contenuti di Capitale europea della cultura 2019 e alle risorse del territorio in particolar modo l’agroalimentare.

Come già proposto nel piano strategico realizzato dal Comitato promotore “Zes lucana 2017”, logistica, trasporti e mobilità, turismo legato a Matera 2019, agroalimentare e artigianato, sono alcune delle opportunità di investimento che la Basilicata può mettere in campo nel progetto di Zes Taranto-Matera.

Dopo l’accelerazione data dal Ministro De Vincenti con il decreto Mezzogiorno, sta maturando la consapevolezza che solo nell’incontro tra le città del Sud, messe a sistema con i loro porti e una revisione dei corridoi Trans-Europei, con l’allungamento a sud del Corridoio Baltico-Adriatico, si potranno creare uno sviluppo inclusivo e sostenibile che attraverso le politiche di coesione e la creazione delle Zes in ogni Sistema Portuale si estenda dal livello Europeo e Nazionale al livello locale.

Va però rilevato che anche l’istituzione delle Zes rischia di essere vanificata se non si riesce a far funzionare realmente e in tempi rapidi i nuovi organi di governo e di partenariato previsti dalla riforma portuale, così come auspichiamo che nei gruppi di lavoro della Zone Economiche Speciali vengano inseriti componenti tecnico-politici, ma anche le parti sociali visto che comunque si tratta di promozione dei territori e di possibile nuova occupazione.

Nel definire una Zes, con annessa la Piattaforma Logistica Retro-Portuale che interpreti davvero le politiche logistiche dell’Italia Meridionale, parte integrante non solo del disegno di rilancio del Mezzogiorno ma dell’intero Paese, non si può fare a meno di domandarsi di cosa ci sia bisogno per creare condizioni logistico-ambientali favorevoli e in quali scelte infrastrutturali tutto ciò si traduce.

Il Mezzogiorno con tutte le città affacciate sul mare, Taranto in particolare in quanto riconosciuta anche come area di crisi industriale complessa, può diventare volano per il Sistema Paese, attraverso la rete delle sue città-porto.

Questa è la scommessa e l’occasione irripetibile per il Meridione d’Italia: la rete delle Città Portuali del Mezzogiorno, dotate di Zes e strettamente connesse via ferro, potrà rivelarsi il nuovo motore dell’economia del Sud Italia, così come è accaduto in tante altre parti d’Europa.

La sinergia tra pubblico e privato è la parola chiave quando un territorio come quello di Taranto scommette sul proprio futuro, attraverso le sue vocazioni e potenzialità, scegliendo di guardare, appunto, all’Italia e al resto del mondo.

Una scommessa che in campo turistico si arricchisce, oltre a quella del capoluogo, di ulteriori offerte, ovvero della litoranea salentina, terre dei Messapi, che coincide con le terre dell’olio extravergine d’olivo e del vino primitivo (Pulsano, Leporano, Manduria, Lizzano, Torricella, Maruggio); Martina Franca con gli allevamenti di asino e cavallo murgese (destinati in parte al Corpo dei Corazzieri) così come la produzione di latticini ed insaccati quale il capocollo della Valle d’Itria, nonché delle gravine con le variopinte orchidee e farfalle rarissime, intorno a Massafra, Mottola e Palagiano, con tutti gli altri comuni del versante occidentale con la produzione di eccellente uva da tavola e agrumi, Grottaglie con la sua produzione delle coloratissime e pregiate ceramiche; Laterza con le sue incantevoli maioliche, oltre alla favolosa costa sabbiosa e acqua cristallina della marina occidentale della provincia con Castellaneta e Ginosa.

Ma per ottenere maggiori risultati, è necessario accelerare sui tanti progetti in cantiere ed investire in nuove strutture di accoglienza di qualità, infrastrutture stradali, garantire servizi sanitari e socio-sanitari, ordine pubblico, facendo rete tra Enti locali ed operatori turistici.

Opportunità possibili anche per quanto offerto dai Contratti istituzionali di Sviluppo (D. Lgs. 31.3.2011, n. 88), ovvero “Disposizioni in materia di risorse aggiuntive ed interventi speciali per la rimozione di squilibri economici e sociali”, i quali concepiti proprio per accelerare la realizzazione di interventi ed assicurare qualità alla spesa pubblica.

Il CIS per l’area di Taranto, si inserisce anche in questo contesto; esso ha avuto origine con il Decreto Legge 5 gennaio 2015, n.1 – altrimenti denominato Decreto Ilva, convertito in legge il 4 marzo 2015, n.20 –

Lo stesso Decreto ha previsto in modalità programmata l’attuazione sul territorio di interventi per far fronte alla situazione di criticità riguardante l’area di crisi di Taranto ed è stato sottoscritto da tutti i soggetti istituzionali chiamati a far parte di un apposito Tavolo istituzionale permanente.

Questo Tavolo operativo unico, ha assorbito di fatto, così come abbiamo avuto modo di riportare nel precedente nostro Convegno, le funzioni di tutti i Tavoli tecnici denominati su Taranto, istituiti presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri e di quelli costituiti presso le amministrazioni centrali, regionali e locali per l’Area di crisi di Taranto.

Il  Ministro Claudio De Vincenti, con tutto il Gruppo di lavoro, la struttura di missione con a capo il dott. Giampiero Marchesi, durante i lavori del Tavolo permanente del 18 ottobre u.s., ha riportato tra le altre questioni, della proposta di intervento per Taranto relativa sia al “Progetto di Valorizzazione turistico-culturale dell’Arsenale Militare di Taranto”, con assegnazione della prima tranche di risorse per progettazione interventi e realizzazione sia dell’entry point (punto di accesso) per un importo pari a 5,7 milioni di euro, sia di alcuni poli museali all’interno dell’Arsenale.

Sul  merito, il Capo del Dipartimento per le Politiche di Coesione, ha illustrato allo stesso Tavolo la procedura da esperire per rendere effettivamente disponibili le risorse su cui si è espressa la Cabina di Regia.

La procedura prevede che il Dipartimento istruisca la proposta di Delibera, da sottoporre all’esame del CIPE a cura del Ministro per la Coesione Territoriale e il Mezzogiorno; il CIPE potrà disporre circa l’assegnazione delle risorse che, quindi, dopo la pubblicazione della delibera, potranno essere trasferite alle amministrazioni beneficiarie.

Frattanto, il Comitato Azioni di Sistema ha già deliberato l’assegnazione di risorse per gli adempimenti propedeutici necessari ad avviare la progettazione degli interventi prioritari, con particolare riguardo al Piano interventi per la Città Vecchia.

La comunicazione effettuata, nella stessa circostanza, dal dott. Giampiero Marchesi, sui principali dati di avanzamento del Programma di Interventi del CIS al 30 settembre 2017, riporta in particolare  che il Programma si è ampliato rispetto alla data di sottoscrizione e che, nei 21 mesi di attuazione, è passato da una dotazione finanziaria di 863 milioni di euro a 952 milioni di euro, con un incremento pari a +10 %.

L’avanzamento di spesa registrato al 30 settembre 2017 ammonta a 221 milioni di euro, pari ad oltre il 23% rispetto al totale finanziato.

Al netto degli importi relativi a progetti mai partiti per ragioni tecnico-procedurali (pari a 105 milioni di euro), per i quali si sta avviando ora la riprogrammazione, l’impulso in termini di accelerazione della spesa dalla data di sottoscrizione del CIS è superiore al 26%.

Facendo ancora riferimento alle questioni proprie dell’iniziativa odierna e sempre in relazione ai lavori dell’ultimo Tavolo permanente, richiamiamo sia pur sinteticamente l’Accordo di Programma per la Trasformazione del molo ex Torpediniere nel Mar Piccolo in porto turistico, atteso che le indicazioni del Ministero della Difesa, in tal senso, risultano già integrate nell’ultima bozza dell’Accordo.

C’è già l’impegno di individuazione, da parte del Governo, delle risorse necessarie all’adeguamento della banchina nell’arco temporale utile per la realizzazione dell’opera.

Altrettanto importante è l’impegno congiunto dell’Università degli Studi e del Politecnico di Bari per sviluppare attività di ricerca e formazione scientifica per il polo universitario di Taranto.

Il progetto sarà sottoposto all’attenzione del Ministero dell’Università e della Ricerca Scientifica, che ha offerto la sua disponibilità a partecipare alla definizione dello stesso, al fine di assicurare sinergia tra le attività formative e scientifiche offerte dalle due Università.

Ed in fase di verifica è la possibilità di inserire nel CIS l’intervento di ristrutturazione del Palazzo CNR (immobile ex Talassografico) per il quale, a fronte del progetto di ampliamento e di valorizzazione, predisposto congiuntamente dall’Università degli Studi di Bari e dal CNR, è già stata individuata la copertura finanziaria.

Tale inserimento consentirebbe l’accelerazione delle procedure di attuazione degli interventi e il monitoraggio trimestrale dello stato di avanzamento.

Ecco richiamati, pur in estrema sintesi, alcuni temi esposti al Tavolo permanente, per sottolinearne i progressi, i cui meriti vanno all’azione del Ministro e alla struttura di missione.

Azione qualificata e qualificante anche sul versante della legalità, considerato che il  Ministro De Vincenti ed il procuratore della Repubblica di Taranto Carlo Maria Capristo, hanno siglato lo scorso ottobre, presenti anche il prefetto di Taranto Donato Cafagna, il protocollo per la legalità a margine dello stesso incontro del Tavolo istituzionale del CIS.

Un protocollo d’intesa con l’obiettivo della realizzazione di una banca dati, condivisa fra Prefettura e Procura di Taranto, per coadiuvare le attività di controllo sugli appalti che utilizzeranno i fondi previsti nell’ambito del CIS; vero e proprio strumento operativo e di prevenzione a rafforzamento di tutte le azioni di contrasto del rischio di ingerenze criminali, appunto nella gestione degli appalti.

Il Convegno odierno accresce, dunque, il novero delle molteplici proposte ed iniziative assunte negli ultimi anni dalla Cisl, in stretto raccordo con tutti i livelli della nostra Confederazione, riguardo al tema dello sviluppo, del risanamento ambientale, dell’individuazione e rilancio delle potenzialità economiche e produttive diversificate del nostro territorio, in aggiunta a quelle industriali.

Il settore Agricolo e quello Agroalimentare, da noi sempre valutati con grande attenzione per la vivacità e per le opportunità che ne sono insite, hanno fatto registrare, diversamente da altri settori, nuova occupazione anche di tanti giovani, sia come imprenditori che come dipendenti.

Sui mercati esteri, la Puglia relativamente al settore agroalimentare è una realtà di eccellenza.

I prodotti agricoli come riportato dall’Ente Regione (dati Istat) hanno registrato un record delle esportazioni, con circa il +9%.

La Puglia, secondo ISMEA, è prima in Italia per aziende ortive in piena area (ortaggi non coltivati in serre), seconda dietro la Sicilia per frutteti, terza per i legumi.

In particolare ha numeri da record su pesche, uva da tavola e agrumi per quanto riguarda la frutta e produzioni ortive, così come la dinamica dell’occupazione giovanile, è cresciuta nel Mezzogiorno del 12,9%, più della media nazionale.

L’imprenditorialità giovanile agricola è in evidente crescita: quasi 20 mila imprese il saldo positivo al Sud nei primi mesi dell’anno scorso.

Certo è che i forti squilibri del passato rendono questi dati, seppur importanti per l’economia della Regione e del nostro territorio, ancora non solidi e non pienamente sufficienti ad assicurare anche un adeguato ricambio generazionale.

L’attrazione che l’Agricoltura esercita sulle giovani generazioni è l’elemento da cui ripartire per rafforzare un quadro che fa ben sperare sul versante occupazionale nei prossimi anni; e comunque servono sempre più politiche di sostegno e detassazione dell’imprenditoria giovanile.

Il comparto agricolo è un volano che per quanto riguarda Taranto, con le sue radici storiche, si accompagna a quelle della civiltà rupestre e della cultura greca.

Due civiltà che si svilupparono in modo mirabile in questa zona della Puglia meridionale, grazie alla conformazione del territorio che un tempo doveva essere ricco d’acqua e molto fertile, tanto da attirare l’interesse dei coloni greci che arrivarono nel 706 a.C. e fondarono Taranto.

La presenza di corsi d’acqua, oggi sotterranei, è dimostrata anche dalle numerose grotte e insenature, della zona occidentale della provincia, prodotte dall’azione di erosione e diventate scenario ideale per lo sviluppo della civiltà rupestre, fenomeno presente un po’ in tutta la regione ma che nel tarantino raggiunse forme mirabili.

Oggi il territorio ionico ha un aspetto più aspro nella parte interna, ma caratterizzata per il mare da fondali sabbiosi e cristallini nell’area del Golfo di Taranto e dalle antiche civiltà di cui resta il fascino di scenari favolosi ancora visibili e inseriti nello spettacolo della natura.

Parliamo esattamente di questa straordinaria potenzialità, delle bellezze naturali, ed è anche per questo, come Cisl, evochiamo e rivendichiamo uno sviluppo aggiuntivo degli altri settori produttivi rispetto a quello industriale a cui il territorio è anche vocato.

Uno sviluppo aggiuntivo che significa più occupazione, oltre alla salvaguardia di quella esistente; che indichi altresì rispetto dei contratti di lavoro, non già lavoro nero, meno che mai caporalato riscontrato in tutti i settori produttivi e non solo quello agricolo.

Uno sviluppo che risolva l’enigma per cui Taranto fatica a recuperare il proprio potere di attrazione, ad esempio, sul piano commerciale benché inserita in quel contesto di richiamo turistico importante da noi, qui più volte evocato.

I settori Commercio e Artigianato giocano senza dubbio un ruolo essenziale nel rendere attrattivi aree urbane e i centri storici ma sono fondamentali anche i fattori legati alla qualità dell’ambiente urbano, dell’offerta culturale e del tempo libero, dei servizi pubblici, come alla fruibilità delle aree, alla sicurezza. ecc.

Il Regolamento regionale sui “Distretti urbani del commercio”, finalizzato a politiche organiche di riqualificazione, costituito da operatori economici, pubbliche amministrazioni ed altri soggetti interessati, può e deve essere un’occasione da non perdere per questa area.

Valorizzazione del Commercio, promozione di aggregazione fra operatori per la realizzazione di politiche e servizi comuni, la collaborazione fra Comuni in un’ottica di ottimizzazione delle risorse, valorizzazione delle specificità territoriali, sinergia fra commercio e turismo, qualità degli spazi pubblici e politiche di riqualificazione urbana, progetti di valorizzazione commerciale: sono sfide da vincere, e la Cisl intende giocare sul territorio, anche in questo caso, un ruolo positivo e propositivo affinché esse siano vinte, facendo rete, attivando sinergie, nel rispetto delle singole autonomie e senza sovrapposizione di ruoli.

Siamo convinti della necessità di attivare strumenti importanti per la lotta all’illegalità per un’economia basata sull’etica, sulla partecipazione democratica che costruisce giustizia sociale, diritti e opportunità per tutti, che contrasta la cultura mafiosa e le pratiche corruttive.

L’economia illegale è un danno per tutta la sana imprenditoria ed è un freno alla crescita ed alla competitività del territorio.

Esprimiamo l’auspicio che anche la costituenda Camera di Commercio Taranto-Brindisi attraverso politiche mirate di consulenza e formazione, in collaborazione con gli Ordini Professionali e parti sociali, possa favorire sempre più nuovi imprenditori, sempre più giovani, nella fase di impostazione di avvio dell’attività, per mettere le basi ad una crescita solida, duratura e trasparente.

I diritti, la legalità, la salute e la sicurezza, la concorrenza, non devono obbedire al mercato ma devono essere sempre legati al valore della persona e del lavoro; “persona e lavoro” per noi sono inseparabili e sul territorio devono essere parte di uno stesso paradigma.

Per questo motivo consideriamo, questo presente, un tempo quanto mai opportuno per instillare nelle dinamiche di sviluppo del territorio, nuova cultura, attivando una filiera specifica tra territorio, scuola, Università, Enti e Istituzioni, istituzioni storiche come l’Istituto Musicale Giovanni Paisiello, l’Orchestra della Magna Grecia (eccellenze territoriali da preservare), sistema delle Imprese, sistema sociale, mondo dell’Associazionismo laico e religioso, la stessa Chiesa.

Occasione propizia in tal senso sarà, oltretutto, la corretta gestione e le relative ricadute positive del Patto per la Puglia che deve rivelarsi un’opportunità in termini occupazionali e di sviluppo per il territorio, per i lavoratori, gli imprenditori e tutto l’indotto.

Così come consideriamo importante l’orientamento già espresso qualche settimana fa, dal Presidente della IV Commissione regionale per la costituzione di una task-force utile a monitorare lo stato di avanzamento delle opere e i relativi finanziamenti, per non perdere risorse preziose e sollecitare l’apertura di cantieri.

Ricordiamo che il Patto per la Puglia sottoscritto il 10 settembre 2016 tra il Governo nazionale e la Regione  prevede la realizzazione di 47 Azioni suddivise nelle seguenti aree tematiche: infrastrutture, ambiente, sviluppo economico e produttivo, turismo, cultura e valorizzazione delle risorse naturali e occupazione, inclusione sociale, lotta alla povertà, istruzione e formazione.

Così come prendiamo atto, inoltre, dell’avvenuta conclusione dell’iter delle audizioni sulla Legge Sviluppo per Taranto e dell’impegno a colmare le carenze legislative indicate dal partenariato sociale, affinché questa Legge si riveli un ulteriore impulso per la ripresa economica e sociale di questo territorio.

Consideriamo importante evocare il Piano strategico decennale della cultura (400 milioni da investire dal 2017 al 2026)  che la Puglia prima Regione in Italia, ha redatto ed ha presentato lo scorso venerdì 17 novembre a Roma, nel Salone delle Conferenze di Palazzo Massimo, nel corso del workshop “Verso l’Economia della Felicità – PiiiL Cultura in Puglia”.

L’evento si è realizzato nell’ambito dell’Anno mondiale del Turismo Sostenibile per lo Sviluppo, proclamato dall’Organizzazione Mondiale del Turismo (UNWTO) presso le Nazioni Unite.

La Cultura come il Turismo possono, a pieno titolo, considerarsi strumento per supportare lo sviluppo e la crescita e trainare l’economia, ribaltando lo stereotipo alimentato da chi l’ha finora concepito solo come un hobby e non, anche, come lavoro, come programmazione delle attività, come fruizione degli spazi comuni, come opportunità di confronto e di condivisione.

Riteniamo che Taranto possa e debba inserirsi a pieno titolo in questo progetto per cui confidiamo nell’azione concreta dei nostri Enti locali, a cominciare dal Comune capoluogo.

I temi all’ordine del giorno dovranno essere il Prodotto, l’Identità, l’Innovazione, l’Impresa e il Lavoro che, se effettivamente rilanciati, potranno ottenere l’obiettivo di sviluppare il prodotto turistico e culturale, valorizzare l’identità del territorio, costruire una nuova cultura d’impresa, puntare sull’internazionalizzazione, progettare la formazione per poter generare buon lavoro e buona occupazione.

Propositi questi potenzialmente votati al successo, a condizione che si riesca a promuovere il pieno coinvolgimento del tessuto produttivo, la partecipazione delle comunità, delle Istituzioni, di tutti gli attori della filiera culturale nonché la formazione di partenariati.

Insomma serve a Taranto una visione e una progettazione con la relativa collaborazione, fortemente condivisa; occorre sforzarsi per creare tutt’insieme vere opportunità.

Concludiamo con una illuminata citazione di Pitagora: “Scegli sempre il cammino che sembra il migliore anche se sembra il più difficile: l’abitudine lo renderà presto piacevole.”

E’ l’auspicio che facciamo nostro come Cisl e che rilanciamo: quello di “abituarci” a lavorare tutti insieme, convinti che le ricadute di questo impegno comune non solo renderanno piacevole il nostro cammino ma, siamo certi, avranno benefici ed effetti positivi sulle generazioni presenti e future della nostra città e di tutto il nostro territorio.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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