Cisl – Brindisi riqualificazione ma non svenda il proprio patrimonio abitativo

Daniela MeliSegretaria territoriale Cisl Taranto Brindisi

Massimo Caliandro – Segretario Generale Sicet Cisl Taranto Brindisi

La gestione economico-finanziaria del vasto patrimonio abitativo comunale di Brindisi, oggettivamente meritevole di interventi strutturali assai significativi, richiederebbe un immediato confronto sociale a tutto campo, comprensivo anche del diritto all’abitare, della rigenerazione urbana e della vivibilità nei quartieri periferici.

Non interessa, oggi, attribuire colpe postume a chi ha contribuito direttamente o indirettamente a far deprezzare per decenni questo bene sociale e, di riflesso, aver considerato poco rilevante la dignità di quella fascia di popolazione meno abbiente cui, nel tempo, quel bene comune è stato assegnato.

Certo è che non aver proceduto alla manutenzione degli immobili ha in molti casi determinato conseguenze negative, persino per la salute fisica degli assegnatari o di loro familiari, se non addirittura potenziale pericolo pubblico per la sempre minore integrità strutturale delle palazzine in questione.

Oggi, par di capire che per qualcuno la via più comoda per uscire da ogni impiccio sarebbe la cessione di tale proprietà pubblica, con l’argomentazione che i costi per rimetterla in sesto sarebbero proibitivi per le casse comunali; ma, così, rischiando di adottare una soluzione peggiore del problema.

Ci domandiamo, infatti, se non esista il serio rischio, in tal caso, che quegli immobili finiscano in pericolose reti speculative e che svendere questo patrimonio, pur a fronte di una riqualificazione urbana, trasformi il diritto in un privilegio, accessibile solo a chi ha mezzi per ristrutturare, investire e trarre profitto.

A Taranto è stato reso possibile, con bando pubblico, l’acquisto di immobili inutilizzati e sottoutilizzati ad 1 (uno) euro, da parte di Imprese individuali, Agenzie o Società di persone o di capitali, privati cittadini italiani, comunitari ed extra comunitari ma a scopo di ripopolamento urbano e di rivitalizzazione del sistema socio-economico  del Borgo Antico.

E la possibilità di acquisire l’immobile era subordinata al progetto di ristrutturazione e recupero dello stesso, da realizzare in tempi predefiniti.

Non crediamo che questo sia un modello esportabile a Brindisi, né che gli attuali inquilini siano, per situazione reddituale, nelle condizioni di sostenere da novelli proprietari costi che richiedono somme significative, per adeguare gli alloggi alle nuove norme sulla sicurezza, sul risparmio energetico e dell’acqua e sulla tutela della salute.

Il patrimonio immobiliare comunale non è solo un insieme di edifici: è anche una risorsa collettiva che deve servire e preservare il bene comune.

I sindacati, con la loro missione di rappresentanza e tutela, sono interlocutori indispensabili per evitare che il patrimonio pubblico venga piegato a logiche esclusivamente economiche.

Molte amministrazioni comunali, non solo quella di Brindisi in verità, si sono sovente sottratte al confronto su tali argomenti con le organizzazioni sindacali e ciò ha represso ogni genere di dinamiche democratiche analoghe, ad esempio, al modello di gestione dell’edilizia residenziale pubblica (Erp) affidata in Puglia alle Arca.

Dinamiche riguardanti la qualità della partecipazione democratica mediante il mandato di rappresentanza delegato dall’inquilino alle organizzazioni di settore maggiormente rappresentative; e, poi, la esigibilità dei suoi diritti con specifico riguardo alla determinazione dei canoni, alla sostenibilità economica dei canoni stessi su base reddituale e della possibilità di sottoscrizione di piani di rientro nei casi di morosità incolpevole o di subentro di familiari o di conviventi in caso di morte dell’assegnatario.

E’ sempre tempo per cambiare registro e la Cisl, insieme con il Sicet (Sindacato Casa e Territorio) Cisl, incoraggia a farlo.

Rimane immutato, infatti, il senso di frustrazione dei cittadini che abitano tali alloggi, come pure di disaffezione, rabbia, risentimento; e molti di loro, anche per la presenza di criticità strutturali e non solo, hanno persino ritenuto, ovviamente sbagliando, di non pagare più i canoni.

Una sorta di cortocircuito che continua a determinare una situazione finanziariamente insostenibile per i bilanci comunali di Brindisi, con costi per le ristrutturazioni che già nel 2010 ammontavano, secondo fonti accreditate, a circa 10milioni di euro.

Oggi appare complicatissimo individuare soluzioni ma non è detto che non ne esistano.

Certo, la lentezza con cui il Comune sta procedendo ad affidare in convenzione all’Arca Nord Salento il servizio di bollettazione, sono il sintomo di un approccio culturale per così dire ancora poco ispirato, se è dallo scorso gennaio che gli uffici tardano a fornire alcuni restanti dati tecnici alla stessa Arca.

Ed allora: la partecipazione e il dialogo restano, per la Cisl e il Sicet Cisl, capisaldi che ogni pubblica amministrazione e, dunque, la politica, dovrebbe considerare inderogabili, perché il bene comune non richiede solo slogan ma processi di corresponsabilità che, oltre ad alimentare identità e senso di appartenenza, rinvigoriscano la coesione sociale.

Daniela Meli

Massimo Caliandro

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