COL VIZIO DELLE MACCHINETTE, VESSA DIPENDENTI E CLIENTI DI UNA SALA VTL. LA POLIZIA LO ARRESTA

Questa mattina gli agenti della Sezione Volanti ha tratto in arresto C.C., classe 1977 e noto per precedenti fatti delittuosi, in esecuzione di un ordine di custodia cautelare personale in regime di arresti domiciliari. I reati contestati all’odierno arrestato sono di Stalking e violenza privata aggravata. I fatti questa volta non sono relativi a separazioni burrascose tra due persone, ma sono relativi a un grave condizionamento subito sul posto di lavoro. Il C.C., all’inizio dell’anno inizia a frequentare una sala VLT del capoluogo, ma ben presto piuttosto che continuare a tentare la fortuna con le macchinette, inizia ad assumere un atteggiamento vessatorio verso i dipendenti e anche verso i clienti, ignaro che le telecamere di videosorveglianza interna riprendevano tutto. Il comportamento prevaricatorio assunto arriva fino a pretendere denaro dai dipendenti del centro, e ciò per poter effettuare le sue giocate. Ma se qualcuno osava contraddirlo, il C.C. passava subito alle maniere brusche. Un dipendente del centro ha dovuto fare ricorso alle cure del pronto soccorso, mentre un altro si è visto andare a fuoco la propria autovettura, e questo come innalzamento progressivo del livello di tensione e esercizio di pressione verso i dipendenti, iniziato in precedenza con il danneggiamento di alcuni monitor tv presenti nella sala VLT. La denuncia del primo dipendente arriva subito, all’indomani delle percosse che lo hanno portato al pronto soccorso. Immediate le prime indagini con l’acquisizione dei video a riscontro almeno di quanto denunciato. Nel giro di qualche giorno gli inquirenti sentivano tutti i dipendenti del centro, i quali, comprensibilmente, tentavano di sminuire la reale portata della vicenda. In una serie di incontri successivi gli agenti mostravano agli stessi lavoratori le immagini e chiedevano di chiarire cosa fosse accaduto, al di là di ciò che poteva intendersi dalla visione di quei fotogrammi. Crolla rapidamente il muro di timore dei dipendenti, che evidenziavano il clima di timore costruito all’interno dell’agenzia da parte dell’arrestato. Lasciava esterrefatti gli inquirenti, l’unanime ammissione dei dipendenti, circa l’intenzione di chiedere un contratto “part time” rispetto a quello in essere a tempo pieno, e ciò solo per poter ridurre i tempi di presenza sul posto di lavoro: una perdita economica secca piuttosto che subire offese era una richiesta di aiuto che non poteva essere in alcun modo sottovalutata. Di fronte alle notizie acquisite e al quadro che si era delineato, iniziavano una serie di controlli continui per verificare gli avventori presenti nelle varie sale scommesse di questo centro: in diverse circostanze l’odierno arrestato veniva controllato all’interno della sala VLT che considerava ormai un po’ un suo dominio, atteso che vi sono alcuni fotogrammi in cui si
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vede chiaramente l’arrestato che viene salutato da altri avventori come fosse il padrone di casa, o altri in cui teneva comportamenti incivili o prepotenti nella sala VLT presa di mira. Il comportamento arrogante che l’odierno arrestato si sentiva di poter attuare, arrivava al punto di minacciare i dipendenti di ritorsione certa non solo verso di loro, ma anche verso i loro congiunti, qualora riferissero circostanze per lui sfavorevoli anche solo alla direzione della ditta. I continui controlli svolti, alcuni discreti e altri ben visibili, e le ricostruzioni di tutti gli episodi di violenza, sono confluiti nelle attività investigative presentate al P.M. da parte degli agenti della Volante, per poter suffragare la richiesta di idonea misura cautelare; nell’attività investigativa svolta confluivano anche degli interventi che una guardia giurata effettuava nella sala VLT in parola. Infatti la direzione dell’attività, come prima misura per arginare il fenomeno che si era venuto a creare, decideva di ricorrere a servizi di vigilanza. Le attività investigative svolte consentivano di ricostruire gli ammanchi economici sofferti dall’azienda a causa del comportamento vessatorio che l’arrestato aveva sui dipendenti, e correttamente quantificato diveniva una delle fonti di prova della responsabilità del C.C., insieme a quella della richiesta di modificare la tipologia del contrasto di lavoro come diretta conseguenza del clima sofferto dai dipendenti. Una corposa informativa veniva presentata dagli agenti al la Procura, e nel giro di poco tempo la misura eseguita questa mattina. C.C. è stato posto in regime di arresti domiciliari con il divieto di comunicare con persone diverse da quelle che con lui coabitano. Dovrà rispondere del reato previsto dall’art. 612 bis del C.P. con le aggravanti di rito, e per il reato di violenza privata.

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