Colpo di scena nella Società Trasporti Pubblici di Brindisi in una vicenda che è partita nel 2016, ma che si è conclusa solo adesso, con una sentenza emessa dalla Cassazione. In sostanza, due dipendenti licenziati per comportamenti ritenuti all’epoca inammissibili dalla direzione e dal consiglio di amministrazione, hanno ottenuto il reintegro ed il pagamento di tutti gli stipendi non percepiti in questi anni, per un totale che supera il milione di euro.
Uno di loro, in particolare, Antonio Esperte, sindacalista della Uil, fu licenziato per presunti comportamenti intimidatori nei confronti del presidente dell’epoca, l’avvocato Rosario Almiento. Provvedimento a cui se ne aggiunse un altro per aver favorito una collega nell’esenzione dal turno serale.
I licenziamenti, però, furono impugnati per la mancata attivazione del consiglio di disciplina su richiesta del lavoratore interessato, così come previsto da un Regio Decreto.
Nei primi due gradi di giudizio era stato previsto solo il pagamento di alcune mensilità, mentre la Cassazione ha ritenuto fondate le tesi dei legali dei lavoratori e quindi ha disposto il reintegro di Esperte, mentre l’altro lavoratore ha già maturato la pensione.
Va detto, comunque, che presso il Tribunale di Brindisi è in corso un altro procedimento, promosso sempre dal legale di Esperte, avvocato Donato Musa, per danni biologici e morali che sarebbero stati provocati al lavoratore dall’ex presidente Rosario Almiento, dall’ex direttore Maurizio Falcone, dall’ex funzionario Teodoro Muscogiuri e dai consiglieri di amministrazione dell’epoca Massimiliano Guadalupi e Cristina Ferri.
Nel frattempo in azienda l’attuale consiglio di amministrazione (estraneo alla vicenda) sta valutando come superare questo gravissimo problema sul piano economico.