CONSIGLIO – IL CENTRO SINISTRA BOCCIA LA RIDUZIONE DEGLI STIPENDI DI SINDACO E GIUNTA

Un po’ in controtendenza con la richiesta da parte di tutti i cittadini di maggiore cosapevolezza della gravità della situazione che stiamo vivendo, in particolare in quest’ultimo periodo, nel settore della politica, il consiglio comunale di Brindisi, in particolare la maggioranza di centro sinistra, con 16 voti contrari e 10 favorevoli, ha bocciato l’ordine del giorno presentato da tre esponenti della stessa maggioranza sull’invito al taglio del 30% dei costi della politica, in particolare degli stipendi del sindaco, degli assessori e del presidente del consiglio, ovviamente su base volontaria. Una decisione della maggioranza, più il consigliere Ribezzi dell’opposizione (oggi la maggioranza che sostiene Rossi ha fatto registrare più di qualche assenza), che certamente allontana ancor di più i cittadini dalla politica e della vita di comunità. Certamente, anche in questo periodo difficile, conseguente all’emergenza Covid, il sindaco e gli assessori avendo adempiuto sicuramente ai loro doveri, hanno diritto, come da legge, ad una indennità di funzioni. Però, la scelta di non abbassare gli stipendi degli organi di governo dell’ente stride con le difficoltà finanziarie dell’ente stesso, peraltro in predissesto, e con le difficoltà palesi di tante famiglie, rimaste senza reddito per l’emergenza sanitaria. Una brutta pagina. “Per me – ha detto il sindaco Rossi – votare questo ordine del giorno significherebbe tornare ad una politica antica, allo Statuto Albertino. Lo Stato mi da’ l’opportunità di fare il sindaco h24 e io questo voglio fare, anche in rispetto dei cittadini che hanno voluto che io facessi il sindaco. Sono in aspettativa nella mia professione perché ho scelto per questi anni di fare il sindaco. Tagliare l”indennita’ a cosa serve e soprattutto a chi dare quella percentuale di economia. Io al Referendum ho votato no perché credo nell’impegno serio in politica”. Dietro a questa scelta, comunque, c’è un problema politico. Ci sono oramai tre dissidenti nell’ambito del centrosinistra, in aggiunta ad altri mal di pancia.

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